Da quando sono cominciati i bombardamenti israeliani, i medici e gli infermieri della Striscia di Gaza lavorano senza sosta, in una corsa disperata per curare le persone colpite o estratte dalle macerie. I ritmi sono insostenibili e le condizioni drammatiche: negli ospedali mancano letti, medicine e materiale sanitario di ogni tipo. Persino i materassi. E anche i trasferimenti dei feriti da struttura a struttura sono complicati e pericolosi. “Quando arrivano 60 o 70 feriti contemporaneamente in un pronto soccorso dove hai solo 14 posti letto, sei costretto a curare le persone sul pavimento” racconta un’infermiera (di cui omettiamo l’identità e i dati sul suo luogo di lavoro per ragioni di sicurezza), allo staff di Oxfam. “Questa è la guerra più dura che Gaza abbia mai vissuto, è diversa dalle altre. Amputazioni, gravi lesioni alla testa, tagli profondi. Raramente abbiamo dovuto affrontare casi del genere. Gli ospedali vengono attaccati, alcuni medici sono stati uccisi. Ma, indipendentemente dai bombardamenti, continueremo a venire qui e a fare il nostro lavoro

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze giornaliere raccolte da Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco.
Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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La Corte penale internazionale deve intervenire su Gaza o si giocherà la sua credibilità

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