A più di 13 anni dall’assalto israeliano alla Mavi Marmara che costò la vita a nove attivisti, un’altra flottiglia composta da un migliaio di navi con a bordo 4.500 persone provenienti da 40 Paesi è pronta a salpare da Istanbul in direzione di Gaza per portare aiuti umanitari alla popolazione afflitta da più di un mese di bombardamenti israeliani. A dare l’annuncio è stato uno degli organizzatori dell’iniziativa, Volkan Okcu, parlando al sito turco Haber7.

Il piano è quello di partire dalla megalopoli sul Bosforo mercoledì, diretti verso l’enclave palestinese e tentando di forzare il blocco marittimo imposto da Tel Aviv. La prima tappa del viaggio sarà Cipro, mentre successivamente il convoglio ha in programma di dirigersi verso il porto israeliano di Ashdod. Secondo Okcu, le imbarcazioni osserveranno tutte le leggi internazionali e non trasporteranno armi.

Un’operazione rischiosa, dato che nelle acque di fronte alla Striscia vige il blocco dello Stato israeliano che così punta a controllare qualsiasi bene in entrata e in uscita dalla Striscia, come avviene anche via terra e via aria. Nel 2008, insieme alla freedom flottilla partita da Cipro arrivò sulle coste di Gaza anche Vittorio Arrigoni, morto nel 2011 in circostanze mai chiarite proprio nella Striscia, dopo essere stato rapito. Mentre nel 2010 si verificò l’assalto alla Mavi Marmara. L’esercito israeliano salì a bordo della più grande delle otto navi dirette a Gaza quando ancora si trovavano in acque internazionali. I mezzi avrebbero portato alla popolazione locale beni di prima necessità per interrompere il duro blocco su Gaza imposto da Israele. Ma quando i militari di Tel Aviv salirono a bordo del traghetto, il risultato furono 9 morti e 70 feriti, di cui 10 militari israeliani. Un’azione, quella dell’esercito, che provocò la rottura dei rapporti diplomatici tra Israele e Turchia.

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