Acceso scambio di battute tra Donatella Di Cesare e Tomaso Montanari, ospiti di ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico in onda su Nove condotto da Luca Sommi con la partecipazione di Andrea Scanzi e Marco Travaglio. Primo scoglio il dibattito su antisemitismo e islamofobia: “Sicuramente c’è un antisemitismo, c’è sempre stato, non è mai venuto meno. E in questi giorni è rifiorito drammaticamente e va combattuto con una lotta senza quartiere esattamente come con l’anti-islamismo”, ha detto il rettore dell’Università per stranieri di Siena. “Non è esattamente la stessa cosa. L’islamofobia esiste e va denunciata, però non è la stessa cosa, perché l’antisemitismo ha una storia secolare in Europa che ha portato alla Shoah, mentre l’islamofobia è un fenomeno nuovo e non ha la stessa dimensione e portata. Non si possono mettere sullo stesso piano”, ha subito ribattuto la prof.essa di Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma. “Si mettono sullo stesso piano soltanto guardando al futuro, cioè facendo sì che l’islamofobia non diventi come l’antisemitismo. Bisogna evitare che questo avvenga e partire dal presupposto che le vite umane siano tutte di egual valore. E credo che sia un errore accusare di antisemitismo chi si chiede se sia in corso un genocidio. È una domanda legittima che non va scomunicata. – ha spiegato Montanari facendo poi degli esempi concreti: “Quando il presidente della Repubblica di Israele Herzog dice che tutta la nazione palestinese è responsabile e che non esistono palestinesi innocenti. Quando il ministro della Difesa di Israele dice: ‘li stiamo trattando come animali perché non sono esseri umani‘, qui si accendono alcune spie alle quali bisogna fare molta attenzione. Sappiamo benissimo che la riduzione del nemico a uno statuto meno che umano è esattamente ciò che precede l’idea che si possa distruggere impunemente un popolo, perché non sono esseri umani. Allora quando si accendono queste spie la storia ci dice che è il caso di fermarsi a riflettere, non di dire: ‘Israele sta commettendo un genocidio’. Ma ci sono degli indizi che ci fanno pensare che una parte del governo di Netanyahu abbia questa intenzione”.

Sul punto non è d’accordo la De Cesare: “Io penso che usare la parola genocidio sia contribuire alla guerra, sia scagliare una parola come una pietra. Come si può fare un discorso sulle intenzioni? Quello che ha fatto Hamas è un’azione criminale. Quello che sta facendo Israele non è per niente genocidio, nel senso che dall’altra parte c’è Hamas che lancia missili e che risponde al fuoco. Io non penso che la Shoah sia l’unico genocidio della storia. Secondo me quello che è successo in Ruanda è un genocidio. Secondo me anche Srebrenica è un genocidio in miniatura, ma non è un genocidio questo. Quindi usare queste parole contribuisce a questo meccanismo di nazificazione degli ebrei in atto da decenni”.

Chiude il ragionamento Marco Travaglio: “Il genocidio è quando tu programmi e attui la distruzione di un intero popolo: il caso degli ebrei, il caso degli armeni, il caso degli indios americani, il caso del Ruanda. L’anno scorso genocidio in Ucraina? Non c’è nessun genocidio, c’è una guerra con dei crimini di guerra. Hamas secondo me non ha fatto nessun genocidio, ha fatto un pogrom, ha fatto uno sterminio di persone civili come Israele sta facendo uno sterminio di persone civili. Si chiamano ‘crimini di guerra’, non ‘genocidi’. Non è che se li chiami ‘crimini di guerra’ dici che fanno bene. È gravissimo e va condannato, semplicemente bisogna usare le parole. Io mi domando: se 12mila morti a Gaza sono genocidio, perché quando noi occidentali abbiamo fatto un milione di morti tra Iraq e Afghanistan nessuno ha parlato di genocidio? Perché non lo era”, ha concluso il giornalista.

‘Accordi&Disaccordi’ è prodotto da Loft Produzioni per Discovery Italia e sarà disponibile in live streaming e successivamente on demand sul nuovo servizio streaming discovery+ nonché su sito, app e smart tv di TvLoft. Nove è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9.

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