In Germania i partiti di opposizione Cdu/Csu ottengono un successo giudiziario che mette in difficoltà il governo. La Corte costituzionale ha vietato alla coalizione tripartita di devolvere 60 miliardi di euro, inizialmente previsti per la lotta alla pandemia Covid, alla tutela del clima. La questione si incentra nell’efficacia del blocco del debito dettato dalla Costituzione, come ha spiegato Doris König, presidentessa della seconda sezione della Corte, decretando il successo del ricorso dei due partiti di opposizione (caso protocollo 2 BvF 1/22). Il presidente del gruppo Csu Alexander Dobrindt ha commentato beffardo che la sentenza è “un applauso col botto al Cancelliere e la coalizione semaforo”. Il risultato è un buco di 60 miliardi, ed la coalizione di governo che deve rispondere di un “bilancio gravemente incostituzionale”.

Il governo deve ora individuare come recuperare le somme che vengono a mancare e blocca perciò nuovi esborsi dal fondo per il clima e trasformazioni (Ktf), per elaborare al più presto un nuovo piano. Lo ha indicato al Bundestag il cancelliere Scholz affermando che il governo valuterà attentamente la questione e “presterà molta attenzione” alla decisione della Corte in un discorso accompagnato da risa di scherno provenienti dai banchi dell’opposizione. Il cancelliere ha aggiunto che la sentenza “avrà probabilmente effetti non solo alla prassi di bilancio federale ma anche nei Länder”. La procedura di approvazione del bilancio 2024 entro il primo dicembre può però continuare come previsto con la seduta di approvazione delle ultime modifiche fissata per giovedì 16 novembre. Il ministro dell’Economia Robert Habeck, parlando ai giornalisti, ha fatto presente come i pagamenti dal Ktf toccano diversi ambiti, dal risanamento edilizio alla promozione della mobilità elettrificata, fino alla geotermia e le reti di calore comunali. Verrà mantenuta fede a tutti gli impegni già presi, ma dei nuovi saranno possibili solo con l’approvazione del nuovo piano economico; dal blocco del Ktf restano ad ogni modo escluse le misure per promuovere l’efficienza energetica e le energie rinnovabili nell’edilizia.

In seguito all’emergenza durante la pandemia nel 2021 il governo aveva inserito in un secondo bilancio integrativo autorizzazioni al credito per 60 miliardi, la pandemia aveva indebolito l’economia e gli investimenti privati dovevano essere sostenuti. Alla fine però il denaro non fu usato per affrontare la pandemia e le sue conseguenze e nel 2022 aveva deciso, ottenuta l’approvazione del Parlamento, di ridistribuirlo con effetto retroattivo al fondo per il clima e le trasformazioni. Centonovantasette deputati Cdu/Csu avevano però fatto causa alla Corte costituzionale sostenendo che in questo modo veniva raggirato il freno al debito. I giudici hanno dovuto valutare per la prima volta se conseguenze di crisi economiche possono essere coperte con autorizzazioni al credito e quando possono esserci modifiche successive al bilancio.

Anche nel rispetto del freno al debito, in casi di emergenza, l’esecutivo ha comunque dei margini di manovra. Per questa ragione nel 2021 il governo poteva, in via eccezionale, fare debiti, ma, hanno statuito i giudici, avrebbe dovuto motivare meglio in che modo il fatto di destinare i fondi alla tutela del clima nell’anno dell’emergenza sanitaria fosse compatibile con il contenimento delle conseguenze della pandemia. Nella prima decisione d’urgenza, nel novembre 2022, la Corte aveva dato via libera al bilancio suppletivo, tenendo anche conto degli interessi dei consumatori. I giudici argomentarono che, se fosse stato fermato e dopo ne fosse stata verificata la conformità, l’innalzamento dei prezzi dell’energia sarebbe stato tale da costituire un danno troppo grosso; in caso contrario si sarebbe creata incertezza solo su 60 miliardi, che non sarebbero già stati tutti consumati al momento della decisione definitiva.

Il dirigente parlamentare della Cdu Thorsten Frei ha affermato “il messaggio importante della Corte costituzionale à che le cose non possono continuare così”, rincarando ci si deve chiedere quale ruolo ha la Fdp, il ministro delle Finanze Lindner “resta esposto”. Le capogruppo Verdi Britta Haβelmann e Katharina Dröge hanno ribadito che i programmi del Ktf sono estremamente importanti per la tutela del clima, lo sgravio dei cittadini e una politica economica capace di futuro, sono il nocciolo politico di questa coalizione”. Lapidario il giudizio di Mathias Middelberg (Cdu): la sentenza “mette a dura prova la coalizione”.

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