Quattrocento tra membri dello staff presidenziale e addetti di nomina politica di varie agenzie governative statunitensi hanno inviato una lettera al presidente Joe Biden per protestare per un atteggiamento della Casa Bianca giudicato troppo sbilanciato a sostegno di Israele. Ne dà notizia il quotidiano statunitense New York Times che spiega come nella missiva Biden venga sollecitato a chiedere urgentemente un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e a spingere Israele a permettere l’arrivo di aiuti umanitaria nell’area devastata dai bombardamenti ininterrotti per un mese. Quella odierna è solo l’ultima di una lunga serie di lettere di dissenso nei confronti dell’atteggiamento tenuta sinora dalla Casa Bianca di fronte alle incursioni dell’esercito israeliano che sinora hanno provocato oltre 11mila morti di cui quasi la metà bambini. Nei giorni scorsi un promemoria firmato da decine di dipendenti del dipartimento di Stato è stato recapitato al segretario di Stato (a grandi linee l’equivalente del nostro ministro degli Esteri) Antony Blinken. Allo stesso Blinken è arrivata anche una lettera aperta firmata da oltre 1.000 dipendenti dell’agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid).

Nonostante le recenti prese di posizione del governo americano che ha sollecitato Tel Aviv a moderare la sua azione militare, in virtù dell’alto numero di vittime civili causate sinora, l’atteggiamento statunitense è considerato da molti funzionari ancora troppo filo israeliano. Nella lettera si condannano senza riserve gli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso ma poi si esorta Biden a fermare lo spargimento di sangue causato dalla campagna militare di ritorsione. “Chiediamo al presidente Biden di domandare urgentemente un cessate il fuoco e di adoperarsi per un raffreddamento del conflitto favorendo l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani e dei palestinesi detenuti arbitrariamente; il ripristino di acqua, carburante, elettricità e altri servizi di base; e il passaggio di adeguati aiuti umanitari alla Striscia di Gaza”, si legge nel documento. “La stragrande maggioranza degli americani sostiene un cessate il fuoco”, afferma la lettera, collegandosi a un sondaggio di ottobre che mostra che il 66% degli americani, e l’80% dei democratici, ritiene che gli Stati Uniti dovrebbero esercitare pressioni su Israele per un cessate il fuoco.Inoltre, gli americani non vogliono che l’esercito americano venga coinvolto in un’altra guerra costosa e insensata in Medio Oriente”.

Critiche anche in Francia – Una decina di ambasciatori francesi dei paesi del Medio Oriente hanno inviato una nota comune al Quai d’Orsay con la quale esprimono il loro dissenso con la posizione “in favore di Israele” della Francia, ritenendola “incompresa in Medio Oriente e in rottura con la nostra posizione tradizionalmente equilibrata fra israeliani e palestinesi”, scrive invece il quotidiano francese Le Figaro citando “un diplomatico a Parigi che l’ha letta”. Secondo il diplomatico, la nota degli ambasciatori in dissenso con la politica di Macron che ritengono troppo filo-israeliana, il documento sostiene che c’è “una certa perdita di credibilità e di influenza della Francia, e registra l’immagine negativa del nostro Paese nel mondo arabo. Inoltre, con una forma piuttosto diplomatica, lascia intendere che tutto questo è il risultato di posizioni adottate dal presidente della Repubblica”. Tre ex diplomatici di alto livello, interrogati da Le Figaro, confermano che si tratta “di un passo collettivo, senza precedenti, da parte degli ambasciatori della Francia in Medio Oriente”.

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