Violenze fisiche e verbali senza sosta, ingiurie, offese e insulti. Ma anche sputi, palpazioni genitali e anche bersaglio della loro pipì. È la lunga lista di abusi subiti da un ragazzino con problemi psichici da tre compagni di scuola. Vittima “picchiata e umiliata per puro divertimento” come scrive il giudice per le indagini preliminari che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere i due maggiorenni. Per il terzo “bullo”, che all’epoca dei fatti era under 18, ha indagato la procura per i minorenni e per cui è stato disposto l’arresto dal gip competente.

I video delle violenze – I tre stalker sono stati arrestati dai Carabinieri di Sant’ Antimo, nel Napoletano. Gli investigatori parlano di “gravissimo atto di bullismo” tra compagni di scuola, ma le accuse sono pesantissime e implicano in caso di condanna da otto a quattordici anni senza considerare le aggravanti. Perché anche la vittima è minorenne e non era in grado di difendersi dalla valanga di violenza sotto cui veniva seppellito. Alcuni episodi sarebbero stati anche ripresi con degli smartphone. La “conferma” che si tratti di un meccanismo “posto in essere in modo pianificato e sistematico” arriva anche “dalla lettura di chat risalenti a molti mesi prima del mese di febbraio-marzo 2023, quando i falsi amici scrivevano” alla vittima “per ingiuriarlo” aggiunge il gip.

Il gip: “Allarmante la climax di violenza” – Le indagini dei Carabinieri sono state coordinate dalle procure del Tribunale di Napoli Nord e del Tribunale per i Minorenni di Napoli che hanno chiesto e ottenuto l’arresto dei tre ragazzi. Agli indagati vengono contestate l’aggravante di aver agito approfittando della debolezza psichica e del ritardo cognitivo della vittima. I fatti sono stati denunciati lo scorso marzo dalla madre dell’adolescente. Nonostante “la giovane età” gli indagati “appaiono persone pericolose socialmente”: i tre hanno “esibito atteggiamenti sadici che richiamano dimensioni sociopatiche particolarmente allarmanti. Ed è ancora allarmante la climax di violenza che sembra sdoganare l’illiceità delle condotte scrive Nicola Saladino, il gip del tribunale di Napoli nord. Veniva utilizzato “alla stregua di un fantoccio solo per sfogare le proprie repressioni e approfittando del (suo) ritardo mentale”.

La vittima: “Prima eravamo amici… ” – È successo diverse volte quello che si vede nei video. A un certo punto loro sono cambiati con me. Da marzo sono cambiati. L’ho detto a mamma per non farli venire più a casa” il racconto della vittima. Agli inquirenti – secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Napoli nord Vincenzo Saladino, di cui LaPresse è in possesso – il ragazzino ha raccontato che c’era un ‘prima’ di quelle violenze, un periodo in cui i ragazzi coinvolti nella vicenda non erano ‘vittima’ e ‘aguzzini’ ma ‘amici’. “Mi fa dispiacere raccontare queste cose. Loro mi picchiavano quando venivano a casa mia, mi davano pugni, calci“.

La vittima conosceva uno di loro “da quando ero piccolo”, gli altri due da meno tempo. “Venivano a trovarmi e stavamo insieme, ci vedevamo nel pomeriggio”, ha raccontato. La vittima ha spiegato di non aver subito raccontato alla madre i soprusi che subiva perché aveva “vergogna“. Il racconto “è preciso, chiaro, asettico”, scrive il giudice Le sue dichiarazioni sono “ampiamente riscontrate” e avvalorate dai video nei quali si vedono le violenze subite, “il tutto tra le risate di scherno, le urla e le ingiurie dei presenti”.

Trascinato verso le scale – Il ragazzino sarebbe stato anche spinto giù per le scale. Una volta a terra dolorante, uno dei bulli avrebbe urinato su di lui. In un altro episodio, addirittura il ragazzino sarebbe stato preso a bastonate. Inoltre aggressori, sempre in branco, si incoraggiavano a vicenda e i magistrati sottolineano come queste aggressioni siano avvenute “per dare sfogo alle proprie frustrazioni“. Gli episodi sarebbero andati avanti dallo scorso anno e fino a marzo 2023, quando uno degli indagati era ancora minorenne. In uno dei video – come si legge nell’ordinanza – si vede uno degli aggressori che “afferra la vittima dalle caviglie e la trascina a terra fino a botola delle scale” mentre una voce fuori campo ride. Il ragazzo viene deriso, picchiato, umiliato. I suoi aggressori lo colpiscono alla testa utilizzando le sue stesse scarpe. Uno ‘agisce’, gli altri ridono, incitano, riprendono con gli smartphone. In una occasione, gli aggressori gli hanno urinato addosso. Anche in questo caso le umiliazioni sono state riprese in un video.

A scoprire gli abusi il fratello maggiore, la mamma “minacciata” – “Sputavano e gli urinavano addosso, come per gioco, ma non si trattava di un gioco ma di una cosa assai brutta da fare a un coetaneo”, il racconto della madre. “A scoprire cos’era successo – continua la donna – è stato il fratello maggiore, quest’estate, mentre erano in vacanza, controllando casualmente il suo cellulare. Ha trovato dei video che ritraevano le angherie a cui il fratello minore era stato sottoposto. Siamo andati dai carabinieri e abbiamo denunciato tutto e consegnato i video, che risalivano allo scorso marzo. Da allora mio figlio non è più voluto andare a scuola. Anche adesso si rifiuta perché è traumatizzato. Ai ragazzi voglio dire che hanno sbagliato”. La donna fa anche sapere di essere stata minacciata da alcuni parenti dei ragazzi accusati di violenze nei confronti del figlio: “è successo dopo la denuncia, mentre ero in strada, mi hanno detto che dovevo andare via da Sant’Antimo. Mio figlio è un ragazzo ingenuo, che non si ribella, quello che hanno fatto è sbagliato”.

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