Una passeggiata pomeridiana di alcune ore per le strade di Ladispoli, poi la cattura a tarda. Così il leone Kimba del Rony Roller Circus ha tenuto con il fiato sospeso i residenti del comune romano in un sabato sera del tutto inusuale. Dopo diverse ore in libertà, l’animale è stato addormentato, messo in sicurezza e riportato nel circo. Ma sul web l’esemplare dalla folta criniera è ancora protagonista è c’è chi si interroga su come possa essere scappato dal circo.

Mentre sul caso indagano le forze dell’ordine coordinate dalla procura di Civitavecchia, spuntano le prime ipotesi. Secondo una prima ricostruzione, Kimba si trovava in una gabbia insieme a delle tigri. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, alcuni circensi del Rony Roller hanno detto di avere visto “tre uomini” armeggiare con il lucchetto che la teneva chiusa, per poi fuggire. All’opzione sabotaggio si è però affiancata quella di una gabbia non a norma e semplicemente chiusa male, cosa che avrebbe portato il leone a uscire indisturbato. Rimane da chiarire come mai non sono uscite anche le tigri, qualora questo fosse il caso, mentre proseguono le verifiche sullo stato del circo.

Quello che rimane è il racconto di una fuga da manuale, che ha visto il leone passeggiare docilmente e sottrarsi a più riprese alle autorità. Ci sono voluti due sedativi prima che l’esemplare venisse addormentato e nel frattempo centinaia di residenti di Ladispoli hanno documentato increduli la sua escursione notturna. Intanto le poche ore di libertà di Kimba hanno ridato voce alle associazioni di animalisti, che stanno chiedendo la chiusura di tutti i circhi che fanno utilizzo di animali addestrati.

Da prima l’Organizazzione internazionale protezione animali, che chiede l’introduzione di una legge per vietarli, seguita a ruota dalla Lega antivivisezione Lav. “Purtroppo non possiamo vietare ai circhi con animali di venire nella nostra città”, ha detto a proposito il sindaco di Ladispoli, Alessandro Grando. “Nel 2017 ci abbiamo provato, abbiamo perso il ricorso al Tar e abbiamo anche dovuto risarcire le spese legali ai ricorrenti – ha aggiunto – Finché non cambieranno le norme non potremo fare diversamente”.

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