Un tribunale di Mosca ha autorizzato oggi l’arresto in contumacia per Lyudmila (Lucy) Stein, ex deputata municipale e componente delle Pussy Riot con l’accusa di aver diffuso false informazioni sull’esercito russo. A riportarlo è la Tass: “È stata scelta una misura preventiva sotto forma di detenzione nei confronti di Lyudmila Stein”. Inoltre “l’imputata è stata inserita nella lista dei ricercati internazionali“. L’attivista infatti si trova attualmente all’estero. L’accusa a suo carico è un’imputazione prevista da una riforma del Codice penale approvata dopo l’avvio dell’operazione militare in Ucraina e normalmente indirizzata a chi critica il conflitto.

Il collettivo artistico punk rock russo di Lucy Stein, femminista e politicamente impegnato, è noto a livello mondiale soprattutto per la performance della preghiera punk contro il presidente Vladimir Putin eseguita nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, a seguito del quale Nadežda “Nadja” Tolokonnikova, co-fondatrice del gruppo, era stata condannata a quasi due anni di lavori forzati.

Il gruppo negli anni si è ripetutamente schierato contro la guerra in Ucraina e la propaganda del Cremlino, sia con performance artistiche, sia con sit-in politici. Risale a pochi giorni fa il loro nuovo video musicale, “Swan Lake”. “Questa canzone è la nostra protesta contro la propaganda russa.”, si legge sulla pagina Facebook del gruppo.

E del resto risale solo al 3 novembre la condanna in contumacia all’attivista legato al gruppo delle Pussy Riot Piotr Verzilov a otto anni e mezzo di carcere. L’accusa è la stessa imputata a “Lucy” Stein: aver diffuso informazioni false sulle forze militari, rende noto il sito di notizie indipendente Mediazona, di cui Verzilov è stato editore fino allo scorso ottobre. Per quattro anni inoltre non potrà usare Internet.

Verzilov, che ha 36 anni, aveva lasciato la Russia nel 2020, dopo che era stato accusato di non aver informato le autorità della sua doppia cittadinanza canadese. E’ stato in seguito accusato di aver “causato tensioni sociali” e di aver “ingannato i cittadini” sull’operazione militare speciale in Ucraina, per i suoi post sulle esecuzioni di civili a Bucha. Lo scorso ottobre Verzilov aveva rivelato, in una intervista con il popolare youtuber Yuri Dud, di aver iniziato a lavorare per le forze militari ucraine, dopo essersi trasferito in Ucraina in seguito all’inizio della guerra per girare un documentario. Nel 2021, Verzilov, Mediazona, e il direttore del sito di notizie Sergei Smirnov, erano stati inseriti nell’elenco degli ‘agenti stranieri‘ in Russia.

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