Si chiamano Vladimir Kuznetsov, 37 anni, e Aleksei Stolyarov, 36, i due comici russi noti come “Vovan e Lexus” che hanno teso una trappola telefonica alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, spacciandosi per un politico africano e spingendola a parlare della necessità di una “via d’uscita” dalla guerra in Ucraina (l’audio). Il duo ha costruito la propria carriera sugli scherzi telefonici, ai politici e non solo. La tecnica è rodata: adottando una finta identità, e citando informazioni di cui sono a conoscenza, colgono alla sprovvista l’interlocutore e riescono a farlo parlare in modo confidenziale. Più che sull’imitazione delle voci puntano sull’effetto sorpresa. I due sono diventati famosi grazie al loro canale Youtube, che è stato messo al bando quest’anno.

Dal 2016 i due comici conducono insieme il programma Zvonok (“La chiamata”) su Ntv. Spesso – ma non sempre – hanno preso di mira esponenti dell’opposizione al regime di Vladimir Putin, attirandosi così le accuse di lavorare per i servizi di Mosca. A dirlo, per esempio, fu nel 2016 l’avvocato Mark Fejgin, difensore dell’aviatrice ucraina Nadya Savchenko, catturata dai ribelli filorussi durante la rivoluzione del 2014: uno dei due showman, spacciandosi per l’allora presidente di Kiev Petro Poroshenko, le telefonò per convincerla a interrompere lo sciopero della fame che aveva intrapreso. A far nascere sospetti di una vicinanza all’intelligence anche la facilità con cui i due riescono a entrare in contatto con i leader mondiali. Vovan e Lexus però hanno sempre respinto le accuse, sottolineando di lavorare “solo per se stessi“. Nel 2016, a precisa domanda dell’allora corrispondente di Repubblica, risposero così: “Che qualcuno ci aiuti a trovare i numeri è lecito. Ma siamo noi a scegliere. E poi che male c’è a essere patriottici?”.

Nel 2011, Vovan divenne famoso per la sua telefonata al direttore della Commissione elettorale centrale, Vladimir Churov, allora preso di mira per presunti brogli nelle urne: facendo finta di essere il vicepremier Arkady Dvorkovich, arrivò a convincerlo che l’allora Presidente Dmitry Medvdev volesse licenziarlo. Poco dopo iniziò la sua collaborazione con Lexus. Insieme telefonarono all’allora Presidente della Moldova, Nicolae Timofti, facendo finta di essere il georgiano Mikhail Saakashvili. Chiamarono poi Elton John, spacciandosi per Vladimir Putin e il suo interprete, invitando il cantante a Mosca per discutere dei diritti degli omosessuali (in Russia era appena stata approvata la legge contro la propaganda Lgbt di fronte ai minori). Sempre in coppia telefonarono a Mikhail Gorbaciov, a John McCain, al ministro della Cultura Vladimir Medinsky, al sindaco di Kiev Vitali Klitschko e al Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, presentandosi rispettivamente come l’ex presidente ucraino Poroshenko e come l’ex premier Arsenij Jacenjuk.

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