Dopo le fibrillazioni degli ultimi giorni, il governo fa sapere che le divisioni nella maggioranza sulla manovra sono state superate durante il vertice di lunedì a Palazzo Chigi. Dunque il testo è arrivato alle Camera in serata, dopo l’autorizzazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a due settimane dal Cdm che aveva approvato il ddl. La copia bollinata dalla Ragioneria di Stato è di 109 articoli.

Il comunicato del governo – I partiti di maggioranza, come chiesto dalla premier Giorgia Meloni, “hanno confermato la volontà di procedere speditamente all’approvazione della Legge di Bilancio, senza pertanto presentare emendamenti. Il governo terrà conto con grande attenzione del dibattito parlamentare e delle considerazioni delle forze di maggioranza ed opposizione”. “È emersa la grande compattezza e determinazione delle forze di maggioranza”, continua la nota, “che ha consentito di varare una manovra finanziaria improntata alla serietà e alla solidità dei conti pubblici, che nonostante il contesto difficile riesce a ridurre la pressione fiscale sul ceto medio-basso, a sostenere le famiglie e i lavoratori”.

La cedolare secca – Ma nel merito qual è il punto di caduta dopo le richieste di Forza Italia su affitti brevi, Superbonus, pensioni e canone Rai? Nella manovra entrerà la proposta di FI per un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi. Non proprio una novità cruciale, considerato che dal 2019 esistono i codici regionali e un protocollo di intesa con gli enti locali risalente al 2022 prevede che la banca dati in cui sono raccolti, tenuta dal ministero del Turismo, “genera un Codice Identificativo Nazionale univoco per ogni struttura ricettiva e immobile in locazione breve censita al proprio interno”. Viene confermato l’aumento al 26% della cedolare secca, ma – come da ultime bozze – solo dalla seconda alla quarta casa messa in affitto fino a 30 giorni, mentre per la prima resta al 21%. C’è l’impegno di destinare il gettito aggiuntivo – “circa un miliardo di euro” secondo stime circolate nella riunione – alla riduzione delle tasse sulla casa.

Le linee rosse di Fi scompaiono – Nulla di fatto invece, stando al comunicato di FI, sui seggiolini auto per bambini, proroga del Superbonus per i condomini e aumento delle pensioni minime, che fino a ieri erano “linee rosse” per gli azzurri. Né sui tagli alle pensioni dei dipendenti pubblici, che hanno già fatto salire sulle barricate i sindacati dei medici. Per quanto riguarda il finanziamento della Rai, “il governo si è fatto carico di analizzare il finanziamento della tv pubblica Rai, al fine di sostenere il piano industriale triennale di rilancio dell’azienda”.

Iva al 10% per i pannolini – Sui pannolini per bambini, invece, l’Iva non arriverà al 22%: il prossimo anno l’aliquota salirà dall’attuale 5% ma si fermerà al 10%. Nelle prime stesure della legge di bilancio questi prodotti erano stati cancellati, insieme al latte in polvere e agli assorbenti femminili, dall’elenco di quelli con Iva agevolata al 5%: ma mentre il latte in polvere e gli assorbenti erano stati inseriti nell’elenco dei prodotti al 10%, i pannolini erano rimasti fuori e dal prossimo anno sarebbero tornati con l’Iva al 22%.

I tagli dei ministeri – Nel testo sono anche contenuti i tagli che i ministeri dovranno apportare ai proprio budget. Il contributo maggiore alla spending review arriverà dal Mef, che da solo si accollerà oltre un miliardo di riduzione. Segue la Difesa con 200 milioni, il Mimit che dovrà sforbiciarne 197, gli Esteri 167, il Lavoro 150. Università e ricerca 129 milioni, le Infrastrutture 126, l’Interno 121, l’Istruzione 100 milioni. La Cultura dovrà tagliare 71 milioni, la Giustizia 55, la Salute 54, l’Agricoltura quasi 33, l’Ambiente 27 e il Turismo solo 11.

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