La Camera degli Stati Uniti ha un nuovo speaker. Dopo due settimane di vuoto e di caos, i repubblicani – al quarto tentativo – trovano la quadra ed eleggono alla presidenza Mike Johnson, ultraconservatore contrario agli aiuti all’Ucraina e alleato di Donald Trump. L’elezione sblocca la paralisi del Congresso ma non risolve la lotta intestina all’interno del partito, sul quale Trump nonostante i guai legali non molla la presa.

“Ora torniamo a lavorare”, ha detto Johnson affidando a X (l’ex Twitter) le sue prime parole dopo il voto che lo ha visto vittorioso. “Mi assicurerò che l’azione della Camera si traduca in risultati e riporterà fiducia in questa istituzione”, ha aggiunto il nuovo speaker. Joe Biden, congratulandosi con Johnson, lo ha esortato a “muoversi rapidamente” sugli aiuti a Israele e Kiev. Biden ha ribadito la sua “volontà di continuare a lavorare con i repubblicani” sottolineando che “allo stesso modo, il popolo americano si aspetta che i repubblicani alla Camera lavorino con me e con i democratici al Senato”.

“Mentre i repubblicani alla Camera hanno trascorso gli ultimi 22 giorni a determinare chi sarebbe stato speaker, io ho lavorato su questioni urgenti, proponendo uno storico pacchetto di finanziamenti che promuove i nostri interessi di sicurezza nazionale in Israele e Ucraina, protegge il nostro confine e investe nell’economia americana”, ha sottolineato il presidente americano invitando la Camera ad “agire rapidamente per rispondere alle ed evitare un shutdown tra 22 giorni”.

Biden ha detto anche di “non essere preoccupato” che il nuovo speaker della Camera possa tentare di ribaltare il risultato delle elezioni del 2024. “Proprio come non ero preoccupato che l’ultimo tizio (Donald Trump, ndr) sarebbe stato in grado di ribaltare le elezioni… Io la Costituzione la conosco”, ha detto in una conferenza stampa alla Casa Bianca.

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