La linea è la stessa, condivisa da Stati Uniti ed Europa: Israele si difenda, ma nel rispetto del diritto internazionale, evitando di “prendere di mira i civili” e di provocare “conseguenze umanitarie devastanti”. Gli avvertimenti arrivano rispettivamente dal capo del Pentagono Lloyd Austin e dall’alto rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell che, nel corso della conferenza stampa a Pechino con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ha parlato anche del conflitto in corso in Medio Oriente. E anche la Nato si è stretta attorno a Israele ma chiedendo proporzionalità nella reazione di Tel Aviv. A loro si unisce, confermando la stessa posizione, anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, “convinto che Israele avrà una reazione proporzionata e farà di tutto per colpire solo Hamas. Siamo qui per dare solidarietà a Israele – ha spiegato – sperando che si possa avere la pace e che la reazione di Israele non provochi troppi drammi nella popolazione civile di Gaza“. A richiamare alla proporzionalità Israele anche Vladimir Putin, secondo cui in caso di un’operazione di Israele “le vittime civili saranno assolutamente inaccettabili. L’uso di attrezzature pesanti nelle aree residenziali è una questione complessa, carica di gravi conseguenze per tutte le parti coinvolte”, ha aggiunto Putin che, pur ribadendo “il diritto di difendersi” di Israele ha evidenziato che “la questione palestinese deve essere risolta pacificamente” con la creazione di uno Stato indipendente con Gerusalemme Est come sua capitale. Per il leader del Cremlino, infine, quanto sta succedendo è “una grande tragedia per i palestinesi e per gli israeliani”.

La posizione degli Stati Uniti – Gli Stati Uniti non tentennano oggi, come ieri, nel sostegno a Israele, che resta “ferreo”. E anche questa volta “assicureranno che Tel Aviv abbia ciò di cui ha bisogno per difendersi“. Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, arrivato in Israele, ha incontrato il premier Benyamin Netanyahu e, commentando l’attacco sferrato sabato da Hamas, lo ha definito “peggio di quanto io abbia mai visto con l’Isis”. Ma allo stesso tempo, citando le telefonate tra il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro israeliano, il capo del Pentagono ha poi sottolineato che le democrazie non prendono di mira i civili. “Le democrazie come le nostre sono più forti e più sicure quando rispettiamo le leggi di guerra“, replicando l’invito alla proporzionalità già formulato Biden ieri, che al premier israeliano ha detto “che è davvero importante che Israele, con tutta la rabbia e la frustrazione che c’è, operi secondo il diritto di guerra”. Un alert sul modus operandi nel corso dei raid aerei che vanno avanti da giorni e stanno colpendo indiscriminatamente obiettivi civili e militari: la Casa Bianca teme eventuali contraccolpi nel caso di un uso eccessivo della forza da parte di Israele. La morte di donne, bambini e non combattenti rischierebbe di metterlo quasi sullo stesso piano di Hamas. Parole che però, almeno apparentemente, contrastano con la posizione espressa dal presidente americano rispetto all’invasione di terra: il leader della Casa Bianca non avrebbe ammonito Netanuyahu a non farlo, secondo quanto ha riferito un dirigente Usa alla Cnn. “Non stiamo sollecitando moderazione in questo momento”, ha detto la fonte.

Quanto al coinvolgimento diretto di Washington nel conflitto, già nei giorni scorsi il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale John Kirby aveva precisato che gli Usa “non vogliono vedere alcun civile innocente ucciso in nessuna parte del mondo, e questo include certamente sia Gaza che Israele“. Un monito, quello di Kirby, ad entrambi le parti in guerra, rafforzato nel caso di Israele dal sostegno della Casa Bianca ad “azioni necessarie” ma “proporzionate”, anche se non sono state indicate linee rosse da non oltrepassare. Ma poco prima la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, Adrienne Watson, aveva detto che gli Usa sostengono Israele “nell’intraprendere le azioni necessarie e proporzionate per difendere il Paese e proteggere la sua popolazione”, pur senza tracciare linee rosse da non oltrepassare.

In ogni caso oggi, da Israele, Austin ha ribadito la posizione della Casa Bianca. “Questo non è il momento della neutralità, o della falsa equivalenza, o delle scuse per l’imperdonabile. Non c’è mai alcuna giustificazione per il terrorismo, e questo è particolarmente vero dopo la furia di Hamas“. E al termine di un incontro con il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant e con il capo di stato maggiore Herzi Halevi, ha ricordato che “Hamas ha sferrato il suo attacco in momenti di cambiamenti globali. Ma gli Stati Uniti sono il Paese più potente al mondo. Noi restiamo perfettamente in grado di proiettare il nostro potere e di far fronte ai nostri impegni anche in scenari diversi. Di conseguenza staremo al fianco di Israele così come siamo al fianco dell’Ucraina”.

Borrell: “Irrealistico chiedere di evacuare Gaza in 24 ore” – “È assolutamente irrealistico che un milione di persone possa spostarsi in 24 ore. Il segretario generale dell’Onu lo ha detto: è bene avvertire, ma l’avviso deve essere realistico per evitare conseguenze umanitarie devastanti”, ha detto Borrell in visita in Cina. “L’Ue è stata molto chiara nella condanna degli attacchi di Hamas. Israele ha diritto di difendersi ma in linea con il diritto internazionale. L’Ue ha già detto di essere contro qualsiasi attacco ai civili”, ha ricordato. Borrell ha inoltre aggiunto che l’Europa “sostiene” l’azione del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e “incoraggia la creazione di un corridoio umanitario” per la popolazione della Striscia di Gaza, consentendo la consegna di “aiuti umanitari, di cui c’è un gran bisogno”. Una posizione, continua, “perfettamente compatibile con la forte condanna dei terribili attacchi subiti da Israele. Bloccare la consegna di cibo, acqua e medicinali” alla popolazione civile “non è in linea con il diritto internazionale”.

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