Il nuovo conflitto esploso tra Israele e Hamas rischia di degenerare in una carneficina ancora peggiore di quella che ha portato a centinaia di vittime già nelle prime ore. E mentre la comunità internazionale osserva e cerca di capire come poter arrivare a una mediazione che al momento appare impossibile, anche in Unione europea si assiste a una certa schizofrenia. Soprattutto dentro le stanze della Commissione, dove in queste ore si riflette su come poter prendere posizione concretamente: ma la frenesia nel rilasciare dichiarazioni ha portato a un cortocircuito che mette in imbarazzo Palazzo Berlaymont.

A causarlo è stato il commissario Ue all’Allargamento, l’ungherese Oliver Varhelyi, annunciando la “sospensione immediata” dei pagamenti destinati alla popolazione palestinese in attesa del riesame dei programmi di assistenza già messi in campo, per un totale di 691 milioni di euro: “La portata del terrore e della brutalità contro Israele e il suo popolo è un punto di svolta. Le cose non possono andare come andavano di solito”, ha motivato il membro della Commissione. Questa forte presa di posizione prevedeva che “tutte le nuove proposte di bilancio”, relativamente ai programmi per la popolazione palestinese e “comprese quelle per il 2023, sono state rinviate fino a nuovo avviso. Ci sarà inoltre una valutazione completa dell’intero portafoglio”. Peccato che quella non fosse evidentemente la linea dell’intera Commissione. “Pur condannando fermamente l’attacco terroristico di Hamas, è indispensabile proteggere i civili e rispettare il diritto internazionale umanitario. Gli aiuti umanitari dell’Ue ai Palestinesi bisognosi continueranno fino a quando sarà necessario”, lo ha infatti smentito su X il commissario Ue alle Crisi, Janez Lenarcic.

Da dove si sia generato questo cortocircuito in seno alla Commissione europea non è chiaro, ma forse il commissario ungherese ha mal interpretato la linea di Palazzo Berlaymont spiegata invece in serata da una portavoce: “La Commissione discuterà di come questi tragici eventi potranno influenzare l’assistenza dell’Ue allo sviluppo”, per poi sottolineare che nessun fondo è stato inviato, “direttamente o indirettamente” a organizzazioni terroristiche come Hamas. Il tema sarà affrontato nel corso del Consiglio Affari Esteri d’emergenza di martedì.

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