Un colpo a favore di Daniela Santanchè. La Procura di Milano ha ritirato l’istanza di liquidazione giudiziale, ossia di fallimento, che aveva presentato per Visibilia Concessionaria, una delle società del gruppo fondato da Daniela Santanchè. Così in udienza oggi, davanti al giudice del Tribunale fallimentare Sergio Rossetti. Fonti vicine al procedimento chiariscono che la sua estinzione è un atto dovuto in seguito al ritiro dell’istanza liquidatoria. Con la revoca della stesa, la società che aveva avviato la procedura di composizione negoziata della crisi potrà proseguire nell’attività.

E su questo fronte cadono eventuali profili di bancarotta, mentre i pm continuano ad indagare sui vari capitoli del caso Visibilia, nel quale la ministra del Turismo è indagata per falso in bilancio e bancarotta. Ieri il tribunale di Milano ordina un’ispezione nell’azienda della ministra Santanchè Accolta la richiesta di alcuni soci di minoranza di verificare eventuali irregolarità.

“Rispetto alla vicenda della liquidazione giudiziale di Visibilia Concessionaria noi siamo estranei”, fa sapere l’avvocato Antonio Piantedosi che rappresenta l’azionista di minoranza Giuseppe Zeno, le cui denunce hanno innescato l’ispezione sulla quotata. “Da un certo punto di vista è una buona notizia anche sulla Spa e i vecchi amministratori, in quanto la Concessionaria è debitrice di Visibilia Editore e dunque se non fallisce può concorrere al ripiano dei debiti”.

Il ritiro della richiesta di liquidazione giudiziale da parte dell’aggiunto Laura Pedio e del pm Marina Gravina, davanti al giudice fallimentare Sergio Rossetti, chiude, dunque, questo procedimento sulla richiesta di fallimento, che era stata avanzata nei mesi scorsi. La società potrà andare avanti col percorso privatistico di composizione negoziata della crisi avviato con la Camera di Commercio. Già nei giorni scorsi era emerso che Visibilia Concessionaria non aveva debiti scaduti da saldare.

Nei mesi scorsi la Procura aveva già revocato le istanze di liquidazione giudiziale per altre società del gruppo, ossia Visibilia Editore e Visibilia holding. Resta in piedi ancora una richiesta di fallimento per Visibilia srl in liquidazione, che sta cercando di salvarsi con un accordo di ristrutturazione del debito (non è ancora fissata una camera di consiglio dei giudici per decidere se omologare l’accordo).

Le accuse, sul fronte penale, di falso in bilancio e bancarotta contestate alla ministra e ad altri cinque, tra cui il compagno Dimitri Kunz, riguardano Visibilia Editore, di cui la senatrice di Fdi è stata presidente fino al gennaio 2022. Ieri i giudici civili, nella causa intentata da soci di minoranza, hanno ordinato l’ispezione giudiziale sui conti e sull’amministrazione della società editoriale. Nello scenario peggiore per vecchi e nuovi amministratori gli esiti dell’ispezione potrebbero portare al commissariamento della società e al fallimento, con i profili penali di bancarotta annessi.

Un altro capitolo di indagini, oltre a quelle su una presunta truffa aggravata ai danni dello Stato per la gestione in Visibilia della cassa integrazione Covid, riguarda Ki Group srl, Ki Group holding e Bioera, società del settore biologico che Santanchè ha gestito insieme all’ex compagno Canio Mazzaro. Per tutte e tre di recente i pm hanno chiesto il fallimento e un’udienza è già fissata per il prossimo 2 novembre. Ki Group srl ha proposto la procedura del concordato semplificato.

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DANIELA SANTANCHÈ DEVE DIMETTERSI – LA PETIZIONE SU IOSCELGO

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