“In Italia nel corso del 2023 sono arrivate circa 135mila persone e di queste più del 67% sono partite dalla Tunisia”. Lo ha detto la portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, intervenuta alla conferenza stampa organizzata da ‘Euromed Rights’, Avocats Sans Frontiéres e la stessa Sea Wacht nella sede della Stampa Estera a Roma. Linardi ha sottolineato come delle 135mila persone arrivate solo il 5% è giunto in Italia attraverso il soccorso delle ong “dato condiviso dal ministro Piantedosi – e dunque – lo stesso governo ha smontato l’argomento del ‘pull-factor’”.

Linardi ha specificato che “il 92% delle partenze dalla Tunisia riguarda persone di nazionalità sub-sahariana che non hanno alcuna protezione in Tunisia, che “non è un Paese sicuro per i migranti perché pur essendo firmataria delle principali convenzioni internazionali, non ha una legge che attui il diritto di asilo. Nella migliore delle ipotesi se sei una persona irregolarmente presente in Tunisia sei un fantasma”. Sea-watch critica gli accordi dell’Italia e dell’Unione europea con la Tunisia che consentono a Saied di utilizzare l’invio di migranti come strumenti di pressione verso i Paesi europei e che politiche come quelle che hanno portato alla firma del ‘Memorandum’ prima con la Libia e poi con la Tunisia “abbiano incoraggiato quella che viene chiamata ‘apocalisse’ e ‘invasione’ di migranti. La Tunisia ha detto chiaramente che non vuole essere il gendarme dei confini europei, ma nonostante questo stiamo continuando ad adottare la stessa identica linea già adottato con Turchia e Libia che consente a questi Paesi di utilizzare la migrazione come strumento di pressione internazionale con l’Europa”.

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