Cento persone selezionate in tutto il Cantone di Berna (Svizzera) hanno lasciato per un mese le chiavi della propria auto, ricevendo in cambio un abbonamento gratuito e illimitato a bus e treni, una bici elettrica e l’accesso al car-sharing. Un esperimento che si è concluso in modo sorprendente: oltre il 25% delle famiglie che ha partecipato ha venduto la propria auto, 12 quelle che hanno rinunciato del tutto alle quattro ruote, mentre sei famiglie hanno invece deciso di fare a meno di una delle due auto che utilizzavano prima di questa esperienza. La seconda, dopo un esperimento pilota condotto nel 2022, che fa parte del progetto ‘31 Days Challenge: bye-bye auto, hello mobilità combinata’ portato avanti dalla cooperativa senza scopo di lucro 42hacks e ÖV42 Alliance, di cui fanno parte partner del settore dei trasporti in Svizzera (le Ferrovie federali, l’azienda Bls, la compagnia ferroviaria Sob e AutoPostale) oltre al Cantone San Gallo.

“L’obiettivo è quello di contribuire a portare una percentuale sempre maggiore di spostamenti verso opzioni di mobilità più sostenibili, ovvero il trasporto pubblico, incoraggiando gli automobilisti a interrompere le proprie abitudini di mobilità”, spiega a ilfattoquotidiano.it Jessica P. Schmid, co-fondatrice di 42 hacks, comunità internazionale di hacker climatici e imprenditori di start-up. Un progetto molto attuale, dato che anche in Svizzera, come in molti altri Paesi europei, sebbene venga fornita un’ottima rete di trasporti pubblici nella quale si investe regolarmente, da più di dieci anni “collegamenti sempre più veloci con i trasporti pubblici non hanno portato una riduzione significativa dell’uso dell’auto”.

Cosa è ‘31 Days Challenge’ – L’idea è nata in un gigantesco campo scout in Svizzera, il Jamboree nazionale svizzero, nell’estate del 2022, quando ai bambini e ai giovani è stato chiesto cosa avrebbero fatto per far sì che i genitori utilizzassero meno l’auto? “42hacks e l’ÖV42 Alliance hanno preso sul serio l’idea di una sfida di 31 giorni senza la propria auto e, dopo averla sviluppata, l’hanno implementata nella vita reale”, aggiunge Jessica P. Schmid. Si fatto, l’alleanza tra queste aziende nasce proprio per “mitigare i rischi climatici utilizzando un approccio imprenditoriale e innovativo” cosa che avviene, ad esempio, negli Hackathon. Gli argomenti di interesse sono, appunto, quelli legati alla mobilità, all’alimentazione e al settore immobiliare “poiché questi settori – ricorda la co-fondatrice di 42 hacks – forniscono le maggiori leve quando si tratta di ridurre le emissioni di gas serra che si possono evitare”. Il primo progetto pilota è stato condotto nell’autunno del 2022, il secondo – che ha visto il coinvolgimento di cento persone – si è svolto da fine maggio a fine giugno 2023. La sfida è stata pubblicizzata tramite i social media e canali di marketing dei partner. Diversi i criteri con cui sono stati scelti i partecipanti, tra quelli che hanno fatto domanda.

Un mese senza la propria auto – Nel corso dell’esperimento, queste cento persone sono state intervistate diverse volte ed avevano a disposizione una comunità per scambiarsi impressioni e condividere la propria esperienza. Più volte hanno avuto modo di sapere esattamente quanto avrebbero speso utilizzando la propria auto e quanto, invece, stavano risparmiando. I partecipanti hanno avuto non solo l’opportunità di valutare il valore e i costi reali della propria auto, ma anche di venderla. Dodici famiglie hanno così detto addio alla loro auto e il 90% di tutti i partecipanti ha riferito che utilizzerà l’auto meno e in modo più consapevole rispetto a quanto non abbiano mai fatto. “Il progetto è stato candidato al VCÖ Mobility Award, il più grande concorso austriaco per la mobilità rispettosa del clima, nella categoria “progetto vetrina internazionale ed ora 42hacks sta cercando di estendere 31 Days ad altre aree della Svizzera, ma anche oltre i confini nazionali”, spiega Jessica P. Schmid.

Il messaggio alle istituzioni – Anche perché il rapporto che i cittadini svizzeri hanno con la propria auto è simile a quello che si riscontra in altri Paesi europei. “Un Paese piccolo come la Svizzera (8,5 milioni di cittadini) conta 4,7 milioni di automobili per la precisione”, dice Jessica P. Schmid. E ricorda che “le abitudini legate alla mobilità personale rappresentano oltre il 30% dell’impronta di carbonio delle persone. Gli ingorghi sono un fenomeno sempre più frequente e sono necessarie soluzioni innovative”. Il progetto ’31 Days’, d’altronde, può essere applicato sia nei comuni, sia nelle città più grandi che puntano a “cambiare il modo in cui i cittadini percepiscono la mobilità e ridurre il traffico automobilistico immediatamente e con effetti a lungo termine”. Una persona che vive senza automobile, inoltre, risparmia tra le 2 e le 3 tonnellate di CO2 all’anno. “Un risparmio superiore anche a quello prodotto da un impianto fotovoltaico. Di conseguenza – aggiunge – le istituzioni pubbliche dovrebbero fornire incentivi finanziari e sussidi a favore della mobilità alternativa. Una mobilità possibile solo se supportata, per esempio, con piste ciclabili sicure e trasporti pubblici affidabili”.

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