Gli investimenti nella scuola più bassi della media Ue, gli stipendi dei docenti in diminuzione. E una percentuale di giovani né studenti né lavoratori che raggiunge quasi il doppio rispetto ai coetanei degli altri Paesi. E’ un quadro critico e in peggioramento quello delineato dall’Ocse con il rapporto 2023 “Uno sguardo sull’istruzione” e presentato oggi al ministero dell’Istruzione. E proprio il titolare del dicastero Giuseppe Valditara ha parlato di una situazione “inaccettabile”: “Nell’area Ocse il 14% dei giovani adulti non ha un diploma, ma in Italia la percentuale è del 22%, un dato che va riconnesso con la divaricazione del Paese, l’Italia rimane spaccata in due. Un fatto, questo, moralmente inaccettabile”. Male anche

Gli investimenti mancati e la distribuzione del tempo – L’Italia investe il 4,2 % del suo Pil nell’istruzione dal livello primario a quello terziario. Il dato è inferiore alla media dell’Ocse del 5,1 %. Dal report emerge anche che il tempo totale di istruzione obbligatoria durante la scuola primaria e secondaria inferiore varia notevolmente tra i vari Paesi. In tutta l’area dell’Ocse, nel corso dell’istruzione primaria e secondaria inferiore, il tempo di istruzione obbligatoria ammonta in media a 7634 ore, distribuite su nove gradi. In Italia il tempo totale di istruzione obbligatoria è inferiore, pari a 7 491 ore. In media, nei Paesi dell’Ocse, il 25 % del tempo di istruzione obbligatoria nell’istruzione primaria è dedicato alla lettura, alla scrittura e alla letteratura e il 16% alla matematica. Nell’istruzione secondaria inferiore la percentuale è del 15 % per la lettura, la scrittura e la letteratura e del 13 % per la matematica. L’Italia è uno dei pochi Paesi in cui non esiste una quota fissa del tempo di istruzione dedicato alla lettura, alla scrittura e alla letteratura o alla matematica per uno o entrambi distribuite su otto gradi di livelli, soprattutto nella scuola primaria. A livello secondario inferiore, le ore di lezione dedicate principalmente a queste materie sono condivise con altre materie.

I giovani Neet – In media, nei Paesi dell’Ocse, il 9,9% dei giovani adulti di età compresa tra i 25 e i 29 anni in possesso di qualifiche di livello terziario è un Neet, cioè non studia e non lavora, mentre in Italia la percentuale corrispondente è del 16,3 %. In tutta l’area dell’Ocse, il 17,1 % delle persone di età compresa tra i 25 e i 29 anni in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore o post-secondaria non terziaria a indirizzo tecnico-professionale rientra nella categoria dei Neet, mentre in Italia tale percentuale è pari al 26,2 %. I tassi di Neet per le donne di età compresa tra i 15 e i 34 anni in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore a indirizzo tecnico-professionale sono leggermente superiori a quelli degli uomini. Nel 2022, in Italia, il 76% delle persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni con un diploma di laurea triennale aveva un impiego. Questo tasso è inferiore alla media dell’area dell’OCSE, ove l’82% delle persone in possesso di un diploma di istruzione terziaria a ciclo breve aveva un’occupazione. Infine, per quanto riguarda gli indirizzi Stem, quasi la metà dei nuovi iscritti a corsi di laurea triennale li ha scelti e quasi il 13% di essi era costituito da donne.

Stipendi in calo del 4% – Tra il 2015 e il 2022, continua il report Ocse, gli stipendi degli insegnanti della scuola secondaria superiore a indirizzo liceale (in possesso della qualifica più diffusa e con 15 anni di esperienza) sono diminuiti in termini reali in circa la metà di tutti i Paesi dell’Ocse con dati disponibili. Sempre nello stesso periodo, in Italia gli stipendi degli insegnanti della scuola secondaria superiore sono diminuiti del 4%. Per quanto riguarda l’affollamento delle classi, in media nei Paesi dell’Ocse, in termini equivalenti a tempo pieno, si contano 14 studenti per ogni membro del personale docente dei percorsi di istruzione secondaria superiore a indirizzo liceale e 15 studenti per membro del personale docente dei percorsi di istruzione secondaria superiore a indirizzo tecnico-professionale. Su questo fronte per l’Italia le cose sembrano andare meglio: vi sono 11 studenti per docente nei percorsi di istruzione secondaria superiore a indirizzo liceale, vale a dire un livello inferiore alla media dell’Ocse. Nei programmi di istruzione secondaria superiore a indirizzo tecnico-professionale, in termini equivalenti a tempo pieno, vi sono 9 studenti per ciascun membro del personale docente, un valore al di sotto della media dell’Ocse. In Italia il 61 % degli insegnanti dei percorsi di istruzione secondaria superiore a indirizzo liceale ha un’età pari o superiore a 50 anni, rispetto alla media dell’Ocse del 39 %. I docenti dei percorsi a indirizzo professionale sono più giovani rispetto ai loro colleghi dei percorsi a indirizzo liceale, di cui il 59 % ha un’età pari o superiore a 50 anni (43 % in media in tutta l’area dell’Ocse). In Italia il personale docente è prevalentemente di sesso femminile nell’istruzione pre-primaria (solo l’1 % del personale docente dell’istruzione pre-primaria è di sesso maschile). Nell’istruzione terziaria oltre il 60 % del personale è costituito da uomini.

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