Aule disciplinari. Si chiamano così le classi del liceo scientifico statale Gaetano Salvemini di Bari da cui ogni giorno si spostano centinaia di studenti secondo il modello della didattica per “ambienti di apprendimento”, ovvero il tipo di scuola dove sono gli studenti a cambiare aula in base alla materia, non i professori. Ma al “Gaetano Salvemini” non è solo il momento didattico a essere disciplinato con rigore. In una circolare emessa dalla professoressa Tina Gesmundo a personale e docenti, si richiama l’attenzione sul regolamento da rispettare durante gli spostamenti da un’aula all’altra.

File serrate. Tempi ristretti. Silenzio nei corridoi e punizioni per chi non si attiene alle regole. Il rigore imposto dalla dirigente scolastica è senza pari nel panorama italiano. Proprio quando le restrizioni rese necessarie per il contenimento della pandemia da Covid-19 sembrano un ricordo del passato (nonostante il recente aumento dei contagi) e le scuole non hanno indicazioni omogenee se non il consiglio di evitare assembramenti, gli studenti del liceo barese sembrano essere destinati a un ambiente austero e inflessibile.

Nel regolamento si ricorda ai giovani di utilizzare l’ingresso principale per entrare negli edifici dell’istituto. Soprattutto, si intima loro di raggiungere le aule assegnate “entro quattro minuti” e di procedere camminando “a destra, in fila indiana, nei corridoi e per le scale, in modo da favorire il flusso nell’altro senso di marcia”. Addio anche alle chiacchierate tra classi e a quei momenti formativi che vanno al di là dei banchi di scuola. Sempre nella circolare: “Gli spostamenti devono avvenire in silenzio, sempre nell’arco dei quattro minuti”, sono condotti “a gruppi classe e nessun alunno deve allontanarsi dal proprio gruppo, neanche per andare in bagno”. Saranno i rappresentanti di classe a fare da guardia caccia per garantire il regolare svolgimento del “senso di marcia” tra le aule. Cosa fare nel caso si trovi l’aula ancora occupata dalla classe precedente? Basta “attendere che l’aula sia liberata, stando in fila indiana nel corridoio, accostati al muro e in silenzio”, in attesa di ricevere la tanto agognata disciplina.

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