Sarà la più grande esercitazione della Nato dalla fine della Guerra Fredda, finalizzata alla simulazione di una risposta rapida nel caso di un’aggressione russa. Si chiama Steadfast Defender, inizierà a primavera 2024 e coinvolgerà più di 40mila truppe, tra le 500 e le 700 missioni di combattimento aereo e più di 50 navi. A partecipare saranno 32 Paesi, inclusa la Svezia, nonostante il suo ingresso nell’Alleanza Atlantica debba ancora essere ratificato, e si svolgerà a febbraio e marzo in Germania, Polonia e Paesi Baltici. A fornirne le specifiche è il Financial Times, che spiega come l’operazione faccia parte di una “nuova strategia di addestramento che vedrà l’alleanza militare svolgere due grandi esercitazioni ogni anno, invece di una” e consista anche in un atto dimostrativo nei confronti di Mosca, hanno spiegato funzionari Nato al quotidiano finanziario, per dimostrare che il blocco atlantico è “pronto a combattere”.

Già a giugno 2022 il segretario della Nato Jens Stoltenberg aveva annunciato la moltiplicazione del contingente di risposta rapida, con un aumento di sette volte delle unità per le forze d’intervento a disposizione del comando supremo, che sarebbero arrivate a 300mila. Al di là degli uomini, Stoltenberg aveva anticipato la modifica dell’intera postura di difesa e deterrenza. Pochi mesi dopo le dichiarazioni del segretario dell’Alleanza, a ottobre, anche il Parlamento europeo aveva votato una risoluzione affinché l’Unione europea preparasse una risposta rapida a un eventuale attacco nucleare russo in Ucraina. E visto il clima di tensione, ad aprile 2023 in Sardegna circa tremila soldati di cui 800 italiani, oltre a tedeschi, olandesi, norvergesi, cechi e lussemburghesi, sono stati impegnati in un’esercitazione Nato per testare la velocità di risposta a qualsiasi emergenza.

Proprio a seguito delle parole di Stoltenberg, nel corso del vertice di Vilnius i leader dei Paesi avevano concordato, scrive il Ft, “nuovi piani di difesa regionale e la creazione della cosiddetta Forza di reazione alleata, una forza multinazionale in grado di rispondere rapidamente alle minacce”. I Paesi che più degli altri hanno insistito sul rafforzamento del fronte est dell’Alleanza sono stati i Paesi baltici, dove “la Nato ha posizionato battaglioni multinazionali per rallentare l’avanzata di qualsiasi aggressore in caso di invasione”. Tra questi, anche 4mila soldati tedeschi che resteranno come contingente permanente in Lituania.

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