Domenico De Masi è stato un amico, un mentore, un compagno di viaggio. La nostra conoscenza e il nostro rapporto inizia con la ricerca Cultura 2030 coordinata da lui per il M5S, voluta da Beppe Grillo e condotta dal sottoscritto per il M5S. La sua forza, il suo entusiasmo, la sua allegria era contagiosa. Spronava ognuno di noi a dare il massimo, a puntare in alto, non dal punto di vista individuale ma collettivo.

Domenico è la persona che mi ha spinto a continuare a scrivere. Lesse il mio primo libro “Educazione Diffusa. Per Salvare il mondo e i bambini” e ogni volta che mi incontrava mi diceva che avevo delle potenzialità, che dovevo continuare a scrivere, ad approfondire, a dedicarmi alla conoscenza. Osservava come nella scuola nessuno avesse mai osato in politica promuovere nuovi paradigmi, ed oggi il nostro Paese ne aveva un disperato bisogno, considerato che l’unica riforma che aveva avuto un suo obiettivo fu quella di Gentile e poi dopo solo inutili orpelli senza forza.

Il mio secondo libro “Ritorno al 2050. Verso una Terra Giusta” e il terzo che ho in preparazione nascono ispirati dalle lunghe chiacchierate con lui a telefono, nei caffè che lui con nostalgia voleva far rinascere come luogo di incontro, confronto e produzione di rivoluzioni. Quando gli proposi di aderire al mio Team Cultura per il M5S ne fu entusiasta. Quando decisi di mettere in piedi un gruppo di discussione tra intellettuali e attivisti che si occupasse di disuguaglianze e devastazioni ambientali diede con tanta generosità il suo tempo e la sua saggezza e faceva così con tante persone, senza risparmiarsi. Parlammo di neoliberismo, smart working, benessere e poi decidemmo di dar vita all’associazione Terra Giusta di cui lui è stato fondatore.

Ci spronava in politica ad osare così come nella vita. Era un uomo vitale, energico e generoso.

Oggi per raccogliere la sua eredità dobbiamo prenderlo da esempio e continuare le sue battaglie sul reddito di base universale, sulla riduzione dell’orario del lavoro, sullo smart working che può liberare il nostro tempo per dedicarlo alle relazioni umane e al benessere del pianeta.

Era un epicureo e quando insieme chiacchieravo per ragionare su un nuovo modello di società così diverso da quello che viviamo, consumistico, egoista e mercantile, individuavamo nella cultura napoletana i semi di una vita piacevole. L’allegria, il fatalismo, l’ozio creativo, il sapersi godere la vita di chi si trova immerso in bellezze straordinarie storiche e naturalistiche, il sapersi dare con generosità nelle relazioni e godere della compagnia degli altri, il sole, il mare, il cibo buono, il tempo dilatato e rilassato erano tutti i tratti distintivi di un mondo che ci piaceva condividere e che volevamo diventasse il modello di una nuova società.

Era un uomo che non si lasciava intrappolare nelle forme, nei ruoli. “Il tempo che mi rimane – mi diceva – lo devo spendere in tutte le cose che mi piace fare: passare il tempo con mia moglie, mangiare insieme con gli amici, scoprire nuove cose, scrivere, leggere”. Un uomo che ci spronava al “buen vivir” ora dopo ora, giorno dopo giorno senza attendere oltre.

Facciamolo, non aspettiamo oltre, cambiamo noi stessi e le realtà intorno a noi. Ascoltiamo e pratichiamo il grande saggio Domenico De Masi, è il vero modo per continuare a farlo vivere con noi.

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