L’intervista prima, le precisazioni e infine la conferenza stampa. La ricerca della verità e l’appello alla Francia, e in particolare al presidente Emmanuel Macron, di Giuliano Amato, esce dalla pagine di cronaca politica e probabilmente entrerà nei corridoi di piazzale Clodio. È in programma, come riporta l’Ansa, per la prossima settimana un vertice in Procura, a Roma, in cui verrà fatto il punto sull’inchiesta ancora aperta sulla strage di Ustica. Un’indagine che si avviava all’archiviazione fino a qualche mese fa. All’incontro prenderanno parte il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Michele Prestipino e il sostituto Erminio Amelio, quest’ultimo titolare del fascicolo. Obiettivo è valutare eventuali spazi di manovra e l’eventuale opportunità di sentire l’ex premier Amato. L’ex premier e presidente della Consulta è già stato sentito nel 2008 come testimone dai pm proprio in seguito alle dichiarazioni dell’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, secondo il quale ad abbattere il Dc9 dell’Itavia il 27 giugno del 1980 sarebbe stato un missile francese. Per 15 anni i magistrati della Capitale hanno cercato, tra lunghissime rogatorie, acquisizione di atti, analisi di documenti e audizioni, di arrivare ad una verità. Il fascicolo, coordinato dall’aggiunto Erminio Amelio, in assenza di nuovi elementi sembrava destinato all’archiviazione. Il fascicolo fu aperto contro ignoti e così è rimasto.

L’abbattimento dell’aereo, partito da Bologna, fu la conseguenza di uno “scenario di guerra”. E che sia stato un missile a far inabissare il veivolo è verità giudiziaria da oltre 11 anni quando la Cassazione civile ha stabilito i risarcimenti per i parenti delle vittime e gli eredi del patron dell’Itavia. Ma è una certezza anche che quella sera il quadrante aereo sul Mediterraneo fosse pieno di velivoli militari che si sono incrociati sul mar Tirreno decollando dalla base francese di Solenzara, una struttura dell’Arme’ e de l’air in Corsica da una portaerei. Secondo i dati ufficiali non era in corso alcuna esercitazione ma gli inquirenti sono riusciti ad analizzare i dati rimasti impressi dai radar e trascritti nei plot. Tracce di caccia militari, ma è stato impossibile definire ufficialmente la “paternità del traffico aereo”. La pista della bomba o del cedimento strutturale sono state escluse da anni. La Procura di Roma riaprì’ le indagini nel giugno del 2008 dopo aver convocato e sentito come testimoni Cossiga e Amato, ai tempi sottosegretario alla presidenza del Consiglio. L’iniziativa fece seguito alle dichiarazioni di Cossiga secondo il quale ad abbattere il DC 9 sarebbe stato un missile “a risonanza e non ad impatto” lanciato da un aereo della Marina militare francese. Agli atti dell’indagine ci sono i verbali di audizione di alcuni piloti francesi che hanno confermato come quella notte fu intenso il traffico aereo dalla base militare in Corsica.

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