Non sorgerà in riva all’Adriatico, nella laguna di Grado, l’acciaieria da due miliardi di euro che gli ucraini di Metinvest B. T. volevano costruire assieme al gruppo friulano Danieli, per far rinascere l’Azovstal di Mariupol distrutta dalla guerra. La marcia indietro rispetto al progetto che aveva suscitato la reazione dei cittadini, con la raccolta di 25mila firme, è stata confermata da una dichiarazione dell’assessore regionale alle attività produttive e turismo, Sergio Emidio Bini. Canta vittoria il Movimento Cinque Stelle, che è stato tra i primi oppositori, mentre si associano le altre forze di opposizione alla giunta del leghista Massimiliano Fedriga, che fino a pochi giorni fa si era trincerato dietro il silenzio.

Che cosa ha scritto Bini? “In seguito agli approfondimenti svolti e vista anche la complessità della manifestazione di interesse pervenuta (riguardante l’acciaieria a San Giorgio di Nogaro, ndr), è emerso come nell’area industriale Aussa Corno sia opportuno prediligere altre tipologie di investimento, in un’ottica di maggiore compatibilità con il territorio interessato”. Una decisione maturata “anche tenuto conto delle osservazioni e valutazioni manifestate dai Comuni dell’area”. I sindaci di Grado, Lignano e Marano si sono infatti espressi contro una realizzazione che avrebbe avuto pesanti ripercussioni sulla laguna e quindi anche sul turismo. La giunta regionale mantiene “la volontà di investire sull’infrastrutturazione dell’area Aussa Corno e del suo porto, al fine di agevolare e rafforzare le aziende esistenti e di attrarre nuovi investimenti che dovranno essere compatibili con le specifiche del territorio”.

“Una grande vittoria per il Movimento Cinquestelle regionale e udinese che sono sempre stati al fianco di ambientalisti e cittadinanza locale contro questo eco-mostro” ha dichiarato la consigliera regionale Rosaria Capozzi. “La giunta regionale è arrivata alle stesse conclusioni già tratte da noi nel luglio 2022, quando si venne a conoscenza del previsto insediamento. La decisione dovrebbe rassicurare i 24173 cittadini che hanno depositato una petizione da noi sostenuta in consiglio regionale”. M5S però non abbassa la guardia: “Manteniamo alta l’attenzione vista la manifestata intenzione dell’assessore Bini di voler proseguire con le opere di infrastrutturazione dell’area, senza dire quali. La Punta Sud era stata acquistata dal Consorzio Aussa Corno per essere rinaturalizzata e non industrializzata”. Conclusione: “Siamo contrari a possibili cavalli di Troia. Non vorremmo che, per giustificare l’inutile spesa di 930mila euro di soldi pubblici per la progettazione delle opere propedeutiche all’insediamento siderurgico voluto da Metinvest-Danieli che non si farà, la Regione persegua l’idea di realizzare le stesse infrastrutture necessarie a quel progetto (compresi i dragaggi), perché questo è il vero pericolo ambientale che corrono la Laguna e la Bassa Friulana”.

Interviene anche il Pd. “Studieremo i documenti approvati dalla giunta, ma, intanto, questo è un grande risultato” ha dichiarato il consigliere regionale Francesco Martines. “Come opposizione abbiamo presentato un emendamento per confermare 20 milioni di investimenti sull’infrastrutturazione dell’area al fine di adeguarla a uno sviluppo sostenibile, creando una valida alternativa al progetto acciaieria. Questo mega insediamento industriale venga ora definitivamente archiviato e si pensi a un nuovo modello di sviluppo”.

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