“L’Italia è l’unico Paese ad aver proposto un candidato” al board della Bce al posto di Fabio Panetta: si tratta del vice governatore di Bankitalia Piero Cipollone. Ad annunciarlo è il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe. Oggi scadevano i termini per la presentazione dei candidati per il Comitato esecutivo della Banca centrale europea. La candidatura di Cipollone, ha aggiunto Donohoe, sarà discussa all’Eurogruppo del 15 settembre, che si terrà a Santiago di Compostela. Inoltre, a poco più di due settimane dalle riunioni decisive per le due nomine europee, il governo fa chiarezza sulle sue scelte e, dopo un colloquio tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e l’ex titolare del Mef, si dice più che mai convinto della validità candidatura di Daniele Franco alla guida della Banca europea per gli investimenti.

Il 15 l’Eurogruppo discuterà quindi la candidatura di Cipollone. Perché la sua corsa abbia successo serve il di almeno 15 dei 20 Paesi della zona euro che ne rappresentino il 65% della popolazione. “Dopo la discussione dell’Eurogruppo, il Consiglio adotterà una raccomandazione al Consiglio europeo, deliberando a maggioranza qualificata rafforzata degli Stati membri dell’area dell’euro”, ha spiegato Donohoe. “In linea con il processo di selezione stabilito dal Trattato sul funzionamento dell’Ue, la Bce e il Parlamento europeo saranno consultati prima che il Consiglio europeo prenda una decisione finale”, ha concluso.

L’incontro tra Giorgetti e Franco invece si è prodotto proprio mentre sta per iniziare il rush finale per la presidenza della Bei. Il 16 settembre, in occasione dell’Ecofin informale che si svolgerà in Spagna, i 27 saranno chiamati a scegliere. Franco va ad affiancarsi alle candidature della vice presidente della Commissione Ue con delega alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, della ministra delle Finanze spagnola Nadia Calvino, dell’attuale vice presidente della Bei, la ceca Tersa Czerwinska, e dell’ex ministro svedese Thomas Ostros. E’ soprattutto con Vestager e Calvino che Franco dovrà vedersela. Secondo fonti del Mef, il governo ha registrato un accresciuto consenso negli ambienti europei sull’ex ministro del governo Draghi. Su Vestager hanno in effetti cominciato a pesare due fattori: lo scarso entusiasmo della Francia, che mira ad un presidente della Bei che, a differenza di quanto mostrato in passato dalla danese, sia nettamente a favore del nucleare; la vicenda della nomina dell’americana Fiona Scott Morton a capo della dg Concorrenza, tramontata dopo essere finita nel mirino di alcuni commissari e cancellerie, Parigi in primis.

Franco, che secondo ambienti brussellesi è stato sempre apprezzato dalla Germania, ha di fronte a sé una partita comunque difficile. Il profilo della spagnola Calvino resta molto forte e, a complicare i giochi, c’è il dato che i due provengono dalla stessa area dell’Ue, a dispetto dei ‘nordici’ Vestager, Ostros e Czerwinska. Calvino, inoltre, gode di ottima stima sia a Parigi sia a Berlino. A ostacolare l’elezione della ministra iberica ci potrebbe tuttavia essere un dato: la candidatura della vice governatore della Banca centrale spagnola, Margarita Delgado a capo del Meccanismo di vigilanza unico, ovvero del sistema europeo di vigilanza bancaria. Se fossero nominate entrambe la Spagna, inusualmente, finirebbe per presiedere due istituti finanziari cruciali per l’Europa. Non è escluso che del successore di Werner Hoyer alla Bei se ne parli nel corso del pranzo di lavoro che avrà luogo a Parigi tra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e Emmanuel Macron. Anche perché, complice il dossier della ricostruzione ucraina, il ruolo della Bei è destinato a crescere. L’Ecofin è chiamato a nominare il nuovo presidente a maggioranza qualificata, con un doppio assenso di 18 paesi membri a rappresentanza di almeno il 68% del capitale sottoscritto della Bei, con Germania, Francia e Italia che detengono la fetta più importanti delle azioni dell’istituto.

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