Prima la solidarietà a Mambro, Ciavardini e Fioravanti, condannati in via definitiva per la strage di Bologna. Poi l’assunzione in Regione del fratello della sua compagna. Nel mezzo due fantasmi del passato: la definizione del popolo ebraico come “una razza di mercanti” (parole contenute nel testo di una canzone da lui scritta) e gli attacchi per un post sui social in cui celebrava Himmler. Oggi, a distanza di 24 giorni dalla prima polemica, Marcello De Angelis ha deciso di dimettersi (passo indietro irrevocabile) da responsabile della Comunicazione Istituzionale della Regione Lazio con una lettera inviata al governatore Francesco Rocca, dopo averla anticipata nel corso di un colloquio privato. Rocca ha accettato le dimissioni con effetto immediato. Venerdì prossimo, tra l’altro, era previsto un consiglio regionale straordinario proprio sulle esternazioni dell’ormai ex capo della comunicazione regionale. Nel testo inviato al presidente regionale, De Angelis ha indicato come motivo del passo indietro proprio il messaggio antisemita contenuto nel testo di una canzone da lui scritta 45 anni fa, versione poi confermata da Rocca. Non una parola, invece, sulla vicenda dell’assunzione del cognato in Regione, che secondo alcune indiscrezioni di stampa sono la vera causa del passo indietro.

Le parole di De Angelis – Nella lettera inviata a Rocca, De Angelis ha sottolineato di esser “stato messo alla gogna per un post su Facebook in cui ho espresso perplessità su una vicenda giudiziaria sulla quale molti altri prima e meglio di me e in modo più autorevole, si erano pronunciati in maniera analoga. Rivendico il diritto al dubbio e al dissenso – ha scritto – anche se non posso negare di essermi espresso in modo inappropriato e per questo ho chiesto scusa”. Successivamente ha cercato di spiegare i motivi che lo hanno spinto al passo indietro, sempre rivolgendosi direttamente a Rocca: “Ho scatenato dure pressioni politiche contro l’Istituzione che oggi rappresenti e, pur nella consapevolezza che i tuoi avversari non hanno argomenti o la forza per importi le decisioni che auspicherebbero – ha sottolineato – la mia stessa coscienza è più forte e più legittimata di loro a chiedermi di fare un passo indietro”. Poi i soliti attacchi alla “mostruosa macchina del fango”, che “può stritolare chiunque e mi ha preso di mira mettendomi alla gogna rovistando nella mia vita”.

E ancora: “Ho pagato tragicamente per metà della mia esistenza colpe che non avevo – ha scritto – ma non posso affrancarmi dall’unica cosa di cui mi sento vergognosamente responsabile: aver composto in passato un testo di una canzone che considero un messaggio di odio insensato nei confronti di esseri umani senza colpa, molti dei quali sono oggi miei amici e amiche, colleghi, vicini di casa, persone che apprezzo, ammiro, a cui voglio bene e persino miei familiari. Non so se potrò mai perdonarmi per questa cosa e non mi aspetto che lo facciano altri”. Da qui la decisione di farsi da parte, almeno secondo la sua versione dei fatti: “Non posso consentire che le mie responsabilità passate possano macchiare o offuscare lo straordinario lavoro che tante persone migliori di me stanno compiendo per il bene comune”. Infine l’annuncio delle dimissioni, “nella speranza di chiudere i conti con il passato e trovare il modo di riparare a qualunque mio precedente errore”.

La replica di Rocca – “Prendo atto delle dimissioni di Marcello De Angelis e lo ringrazio per il prezioso lavoro svolto finora e per il senso di responsabilità dimostrato – ha detto il governatore della Regione Lazio – Così come ha la mia gratitudine per aver messo al riparo l’Istituzione che presiedo dalle inaccettabili strumentalizzazioni di queste settimane, pagando il prezzo per una canzone scritta 45 anni fa e rispetto alla quale ha manifestato pubblicamente tutto il suo imbarazzo e orrore. Testo, peraltro, già noto quando in passato aveva ricoperto ruoli come quello di parlamentare e direttore di testate – ha aggiunto Francesco Rocca – Posso testimoniare in prima persona l’evoluzione della personalità di De Angelis. Un percorso di maturazione, di autoconsapevolezza e di trasformazione interiore. Sicuramente tutto questo non può cancellare il suo passato, ma ha forgiato e continuerà a formare il suo presente e il suo futuro“.

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