Un’Italia umorale ed emotiva ma piena di passione e carattere, a immagine e somiglianza del suo allenatore, Gianmarco Pozzecco. È questa la fotografia del gruppo azzurro dopo la prima fase dei Mondiali di basket. Ed è esattamente quello che ci si attendeva alla vigilia del trittico di partite andate in scena a Manila. Quello che non ci si aspettava, però, è che l’Italia facesse tutta questa fatica ad accedere alla seconda fase della competizione. In ogni caso, alla fine l’obiettivo minimo è stato raggiunto: l’Italia ha battuto i padroni di casa delle Filippine per 83 a 90, dandosi la possibilità di continuare il cammino mondiale e di disputare il preolimpico. L’imprevisto passo falso contro la Repubblica Dominicana, con tanto di espulsione del ct Pozzecco, ripreso poi dallo stesso presidente federale Gianni Petrucci per il suo comportamento con gli arbitri, ha minato le sicurezze della squadra. La tensione nei due giorni successivi alla sconfitta è stata tanta. Lo dimostrano le parole dello stesso allenatore azzurro dopo la vittoria contro le Filippine: “In albergo sto al 37esimo piano. Dopo la partita contro la Repubblica Domenicana ho provato ad aprire una finestra per buttarmi giù, ma c’era sempre qualcuno con me per evitare facessi cavolate. Io sono fatto così e non cambierò mai“. Un’esagerazione quella di Pozzecco che però dà la misura della temperatura emotiva dello spogliatoio italiano.

La prima fase, con due vittorie e una sconfitta, lascia in dote all’Italbasket la responsabilità di non poter sbagliare più. Nel secondo girone gli azzurri se la vedranno con Serbia e una tra Sud Sudan e Porto Rico. Il format della competizione, che prevede che le squadre si portino dietro i punti raccolti nella prima fase, costringe i ragazzi di Pozzecco a vincere entrambe le partite per andare avanti. Il ct lo sa bene, ma è consapevole della forza della sua squadra e la difende da ogni tipo di attacco e critica: “Datemi addosso, ma non toccate i miei giocatori. La statistica dice che abbiamo vinto 11 delle ultime 12 partite“. E riguardo ai rimproveri della Federazione dopo l’espulsione, con i consueti toni appassionati, sottolinea il legame affettivo con il presidente Petrucci: “Gli voglio bene come un figlio ne vuole a un padre, gli dedico questa vittoria”. Poi, ringrazia il suo staff “clamoroso” e i suoi ragazzi “meravigliosi”: “Abbiamo alzato l’asticella”.

Il match di Manila ha confermato che l’Italbasket può vincere o perdere con chiunque. Ma, rispetto all’ultima uscita, la squadra ha mostrato di saper gestire meglio i momenti di difficoltà nelle fasi più delicate dell’incontro. Si è vista un’Italia più sicura e precisa, soprattutto nel tiro da tre (17/41). Migliore in campo Stefano Tonut: la guardia dell’Olimpia Milano ha dimostrato che il ruolo di specialista difensivo gli sta stretto, mostrando un repertorio offensivo completo, fatto di attacchi al ferro, tiro da tre, rimbalzi, e giocate di intelligenza e di voglia. Decisivo anche Alessandro Pajola, anche lui troppo spesso relegato a essere un “semplice” difensore sulla palla – cosa che comunque ha fatto benissimo anche oggi, limitando la stella Nba Jordan Clarkson. Bene anche i senatori: Nicolò Melli si conferma una pedina chiave nel pitturato azzurro, così come sono state fondamentali le triple di Marco Spissu e Filippo Ricci. Per quanto riguarda Simone Fontecchio, nonostante i suoi 18 punti, il giocatore degli Utah Jazz sembra ancora un po’ appannato rispetto a quello ammirato agli europei. La speranza è che nella seconda fase possa fare il definitivo salto di qualità.

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