È iniziato alle 13 ora locale, le 6:00 in Italia, l’annunciato scarico nell’oceano delle acque radioattive trattate contenute nelle cisterne della centrale nucleare di Fukushima. Il governo di Tokyo è andato avanti nonostante le proteste dei Paesi vicini per le possibili conseguenze sull’ambiente e dei pescatori locali preoccupati per la reputazione dei loro prodotti. La Cina è tornata a criticare con durezza il Giappone definendo la mossa “estremamente egoista e irresponsabile“, bloccando totalmente l’import di prodotti ittici e introducendo test sulle radiazioni su larga scala. In risposta il premier nipponico Fumio Kishida ha annunciato che il suo governo ha inviato la Cina “a rimuovere immediatamente” il divieto di importazione dei prodotti ittici giapponesi, deciso in risposta all’inizio delle operazioni di scarico nell’oceano dell’acqua trattata della disastrata centrale nucleare di Fukushima. “Abbiamo presentato alla Cina una protesta formale attraverso i canali diplomatici, sollecitando l’eliminazione immediata delle restrizioni”, ha detto Kishida parlando con i media.

Il premier sudcoreano Han Duck-soo ha invitato il Giappone a divulgare “in modo trasparente” le informazioni sullo scarico nei prossimi 30 anni, il tempo stimato per il rilascio di oltre 1,3 milioni di tonnellate di liquidi contaminati per il raffreddamento dei reattori danneggiati.

Gli oltre 1.000 serbatoi distribuiti presso il sito dell’impianto nucleare colpito dal triplice disastro del marzo 2011 attualmente contengono circa 1,34 milioni di tonnellate di acqua trattata, e si prevede arriveranno alla loro capacità massima già nel 2024. Da qui la decisione del gestore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco), che ha diluito il liquido con acqua di mare rispettando i limiti consentiti dalle norme di sicurezza giapponesi, prima di iniziare lo scarico tramite un tunnel sottomarino situato a un chilometro dal sito.

La Tepco intende monitorare le sostanze radioattive nelle acque vicine alla centrale nella stessa giornata di giovedì e di diffondere i dati venerdì. Il mese scorso l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha stabilito che il piano di scarico è in linea con gli standard globali di sicurezza e avrebbe un impatto “trascurabile” sulle persone e sull’ambiente. Un giudizio che tuttavia non convince la Cina. Il governo sudcoreano ha dichiarato di rispettare l’esito della revisione dell’Aiea basata sulle analisi del piano giapponese, ma dovrà considerare le preoccupazioni esistenti tra il pubblico. “Anche se lo scenario ideale sarebbe stato quello di evitare del tutto lo scarico di acqua contaminata nell’oceano”, ha detto Han, “gli esperti di tutto il mondo hanno condiviso l’opinione che un’eccessiva preoccupazione pubblica non sia necessaria”. Ma è importante la diffusione “trasparente” dei dati.

L’Agenzia per la pesca del Giappone ha riferito che monitorerà i livelli di concentrazione di sostanze radioattive nei pesci catturati entro un raggio di 10 chilometri dalla centrale, e la pubblicazione dei primi risultati è attesa sul sito web dell’agenzia non prima di sabato.

L’agenzia di stampa Afp ha reso noto che a Seul un gruppo di 16 persone, tutti studenti universitari, è stato arrestato dopo aver tentato di fare irruzione all’interno dell’ambasciata giapponese intorno alle 13:00 ora locale (06:00 italiane) gridando slogan di protesta contro la decisione del governo giapponese come “L’oceano non è il bidone dei rifiuti del Giappone”. L’accusa nei loro confronti è quella di violazione della legge sugli assembramenti e le manifestazioni. Dopo gli arresti tutti gli altri manifestanti sono stati dispersi e la polizia ha limitato l’accesso all’edificio che ospita l’ambasciata poco dopo l’incidente.

Sulla vicenda dello sversamento è intervenuta anche l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che, tentando di tranquillizzare, ha dichiarato che la concentrazione di trizio nell’acqua radioattiva rilasciata dal Giappone è “ben al di sotto del limite operativo di 1.500 becquerel (Bq) per litro” dei limiti di pericolosità stabiliti. “Gli esperti dell’Aiea sono lì sul posto come punto di riferimento della comunità internazionale e garantire che il discarico venga effettuato come previsto, in linea con gli standard di sicurezza dell’Aiea” ha commentato il direttore generale dell’agenzia, Rafael Mariano Grossi. “Attraverso la nostra presenza, contribuiamo a generare la necessaria fiducia che il processo si svolga in modo sicuro e trasparente” ha concluso. L’Aiea seguirà inoltre anche tutte le attività sul sito della Tepco al fine di accertare la piena applicazione da parte del Giappone “di tutti gli standard di sicurezza internazionali pertinenti per lo scarico dell’acqua”.

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