Il salario minimo “ha passato il test dell’alta inflazione” e “funziona perché riduce la disuguaglianza salariale senza penalizzare l’occupazione, anche se la produttività non viene incrementata”. Lo scrive il Financial Times in un commento firmato dalla columnist Sarah O’Connor, che cita una ricerca di Sandrine Cazes e Andrea Garnero dell’Ocse: i due economisti del lavoro hanno studiato le conseguenze degli incrementi del minimo legale decisi – nei tanti Paesi che lo hanno già adottato – dopo la guerra in Ucraina e l’esplosione dei prezzi. Incrementi che tra il dicembre 2020 e il maggio 2023 hanno raggiunto in media il 29%, contro un aumento dei prezzi del 24,6%. L’Italia come è noto non ha un salario minimo e il governo Meloni, contrario, ha preso tempo passando la palla al Cnel. Intanto però la petizione delle opposizioni a sostegno di un minimo da 9 euro lordi all’ora ha raggiunto le 300mila firme.

L’analisi Ocse, pubblicata sul portale del Center for Economic Policy Research VoxEu, arriva alla conclusione che i salari minimi “sono stati un utile strumento per proteggere i lavoratori più vulnerabili” senza peraltro innescare la temuta “spirale prezzi-salari” che secondo alcuni verrebbe determinata dalle ricadute di un aumento del minimo sui livelli più alti della distribuzione salariale. Infatti Cazes e Garnero trovano che, quando il minimo legale sale dell’1%, il monte salari aggregato cresce – considerando anche l’effetto spillover – solo dello 0,09% negli Usa, di poco più dello 0,1% in Germania, dello 0,18% in Gran Bretagna e dello 0,23% in Francia.

In Germania l’introduzione del salario minimo nel 2015, ricorda il quotidiano economico, ha ridotto la disuguaglianza salariale senza danneggiare le prospettive occupazionali. E da allora il livello è stato aumentato più volte passando da 8,5 a 12 euro lordi all’ora. Lo stesso è accaduto nel Regno Unito: quando nel 2016 il governo conservatore ha aumentato il minimo per gli over 25, questo non ha impattato granché sulla produttività ma ha ridotto le retribuzioni basse e allo stesso tempo sono cresciuti i livelli di occupazione. Alla luce delle evidenze empiriche, i due economisti spiegano che è “importante garantire aggiustamenti regolari dei salari minimi legali poiché i guadagni reali tendono ad essere erosi mentre l’inflazione rimane elevata”. In Italia il dibattito è ancora fermo alla contrapposizione tra sostenitori e avversari del minimo per legge, anche se nel tempo i due schieramenti si sono rimescolati: basti ricordare che Fratelli d’Italia nel 2019 aveva presentato una proposta di legge per la sua introduzione mentre ora sostiene che non serve.

Anche il Fatto Quotidiano ha lanciato negli scorsi mesi, su IoScelgo, una petizione rivolta a tutti i cittadini per chiedere al governo di ripensarci e di introdurre la misura del salario minimo (CLICCA QUI PER FIRMARE).

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