La Bibby Stockholm, l’enorme “chiatta carceraria”, come è immediatamente stata ribattezzata, aveva fatto il suo ingresso nelle acque di Portland lo scorso 18 luglio, in occasione dell’approvazione della nuova legge inglese sull’immigrazione, e oggi si appresta ad accogliere al suo interno i primi 50 richiedenti asilo. Nel disegno anti-migranti del governo conservatore di Rishi Sunak, gli irregolari saranno stipati all’interno dell’imbarcazione, semplicemente “ormeggiati” in attesa dell’espulsione, dal momento che la nuova normativa prevede che chiunque entri nel Regno Unito illegalmente non potrà fare richiesta d’asilo, ma dovrà essere trattenuto in attesa di essere deportato nel paese d’origine o in un paese terzo sicuro. L’arrivo irregolare nel Regno Unito costituisce in pratica causa ostativa al riconoscimento di qualsiasi tipo di protezione: le domande di asilo sono quindi automaticamente dichiarate inammissibili.

Già dalla sua introduzione, in molti avevano espresso dubbi sulle condizioni in cui avrebbero vissuto i migranti all’interno della chiatta. Ora è lo stesso sindacato dei Vigili del fuoco, Fire Brigades Union, a scrivere al Ministro degli Interni Suella Braverman “per chiedere un incontro in merito alle nostre preoccupazioni sulla sicurezza del Bibby Stockholm”, scrivono in un post su Twitter.

Ad accogliere il bus con i migranti pronti per essere caricati sulla chiatta, un gruppo di cittadini riunitisi per esprimere loro solidarietà e protestare contro la politica del governo: “Nel 2002 sono state presentate più richieste di asilo che nel 2022, ma non c’era questo. Non stanno gestendo le loro richieste. Ecco perché devono ospitarli”, commenta una donna intervistata da Sky News.

Il ministero degli Interni per il momento sostiene che il barcone rispetta le misure di sicurezza ricordando che in passato ha già ospitato ospitato lavoratori del settore petrolifero e del gas, nonché richiedenti asilo in altri Paesi.

Dall’approvazione della nuova legge sull’immigrazione si sono levate numerose voci anche all’interno dello stesso partito dei Tory, ma l’appello più accorato era giunto dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, secondo il quale “il disegno di legge viola i diritti umani e contrasta apertamente con gli obblighi di diritto internazionale, creando serie conseguenze per i migranti in cerca di protezione”.

Sul tema dei rimpatri, il governo di Sunak sta attualmente valutando l’ipotesi di spedire i richiedenti asilo sull’isola di Ascensione, un remoto territorio d’oltremare britannico situato nell’Atlantico meridionale, qualora non andasse in porto il piano di rinvio in Ruanda. Con il paese africano la Gran Bretagna ha infatti stretto un accordo bilaterale per i rimpatri, ma a giugno la Corte d’appello di Londra ha dichiarato l’accordo illegale. Contro la sentenza della Corte il governo ha annunciato ricorso, il cui esito sarà quindi cruciale per definire la sorte di migliaia di migranti e i futuri passi della stretta all’accoglienza del governo di Londra. Contro il riconoscimento del Ruanda come “Paese terzo sicuro” si era espresso lo stesso Alto Commissario dell’Unhcr, ricoodando i precedenti di violazioni di diritti umani dei rifugiati che si trovavano nel suo territorio.

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