Outsider alla riscossa. La nona stagione della Formula E, il campionato del mondo per monoposto elettriche inventato dallo spagnolo Alejandro Agag, genero dell’ex primo ministro Josè Maria Aznar, organizzato sotto l’egida della FIA, non ha premiato i costruttori, ma le scuderie alle quali forniscono i loro powertrain.

La statunitense Avalanche Andretti ha portato al successo individuale il 28enne inglese Jake Dennis (2 vittorie e 9 podi in 16 gare quest’anno) con la monoposto Porsche 99X Electric con la quale il primo dei due piloti ufficiali, Pascal Wehrlein, è arrivato quarto, tra l’altro 80 punti più dietro. La britannica Envision Racing si è invece aggiudicata il titolo a squadre con il neozelandese Nick Cassidy e con l’elvetico Sébastien Buemi, uno dei senatori del campionato e già iridato, con il bolide a zero emissioni della Jaguar, che si è dovuta accontentare della piazza d’onore. Tra l’altro davanti alla stessa Andretti, che si è tenuta alle spalle la Tag Heuer Porsche.

La superiorità dei due powertrain – le 7 case che hanno licenza di costruttori possono sviluppare alcune componenti, tipo motore e cambio, ma devono lavorare con il telaio (Dallara), con i freni (Brembo) e con una vettura identica per tutti – è risultata evidente.

Tra i singoli, Mitch Evans può sicuramente recriminare per le due volte che il compagno di squadra della Jaguar TCS lo ha speronato e buttato fuori, ma deve anche farsi l’esame di coscienza dopo l’incidente di Roma che è costato la gara (e il campionato) a lui e a Cassidy, che ha poi chiuso come vice campione del mondo.

Il gruppo Stellantis schierava sia DS, che da quest’anno si è appoggiata alla scuderia americana Penske (solida economicamente rispetto alla cinese Techeetah che il costruttore transalpino aveva “scaricato”, ma forse non altrettanto abile ai box), sia Maserati, il primo marchio italiano a prendere parte alla Formula E. Le due squadre si sono classificate quinta e sesta, entrambe con un successo: quello di Jean Eric Vergne per la casa francese e quello di Maximilian Günther per il Tridente. Poteva andare meglio alla DS, che schierava due campioni del mondo – lo stesso JEV (il solo ad aver vinto due volte il titolo piloti) e quello in carica, Stoffel Vandoorne – e poteva andare peggio alla Maserati, che ha invece chiuso con quattro podi (uno in più rispetto ai “cugini”).

Dopo l’acquisizione del team e.dams, la Nissan guidata dal calabrese Tommaso Volpe è tornata finalmente sul podio, proprio a Roma, con Norman Nato, ed ha chiuso settima assoluta (su 11).
La monoposto Gen3 che ha debuttato quest’anno e che è stata sviluppata dall’ingegnera italiana Alessandra Ciliberti ha contabilizzato un nuovo record di velocità in pista (oltre 274 km/h a Portland, uno dei quattro nuovi circuiti in cui è approdata la Formula E) e, seppur in versione rimaneggiata (con 400 kW invece di 350 e con il motore anteriore anche per la trazione), è entrata nel Guinness dei primati per l’andatura più sostenuta al chiuso, quasi 219 km/h in meno di 400 metri.

Alcune modifiche, incluse quelle aerodinamiche introdotte per ottenere il record, anticipano le novità che arriveranno nel 2025. Con la nona stagione la Formula E è sbarcata per la prima volta in India, a Hyderabad, in Sudafrica, a Città del Capo (uno dei tracciati più apprezzati in assoluto), e in Brasile, a San Paolo. E l’anno prossimo arriverà anche in Giappone, a Tokyo. Il calendario non è stato ancora ufficializzato, ma Roma resiste nel programma e torna in primavera, evitando la calura del luglio di quest’anno. In attesa della sua definizione, a fine ottobre sono in programma a Valencia i tradizionali test ufficiali, quando saranno anche già noti gli avvicendamenti nei vari abitacoli. Secondo il “toto volante” diversi piloti potrebbero cambiare squadra e alcuni potrebbero anche sparire dai radar della Formula E.

In meno di 10 anni, la rassegna è passata dal cambio macchina (la carica di una sola batteria non bastava per concludere una gara) alla rigenerazione di almeno il 40% dell’energia in corsa. E dall’anno prossimo, con modalità ancora da definire, arriverà anche il pit stop per la ricarica veloce per movimentare la competizione che porta il motorsport in città (nel 2023 i soli circuiti fissi che hanno ospitato la Formula E sono stati quelli di Città del Messico e di Portland) e che promuove la mobilità elettrica.

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