C’erano voluti 14 giri l’anno scorso per salire dal 14° posto al 1° e prendersi l’ennesimo successo di stagione. Per Max Verstappen, oggi a Spa, ce ne sono voluti tre in più, ma l’esito comunque non è cambiato. L’olandese si è preso la vittoria numero 10 in stagione, l’ottava consecutiva (senza considerare le due Sprint vinte in Austria e proprio in Belgio ieri), in un campionato senza storia caratterizzato comunque da trionfi arrivati con grandi guide, al limite della perfezione. È oramai un pilota maturo, sa aspettare il momento giusto per attaccare, come fatto con il compagno Pérez, sfruttando tutta la potenza della sua vettura, la RB18, che sia con il Drs che senza non ha rivali. Ora quattro settimane di pausa estiva, prima di tornare in pista il 27 agosto a Zandvoort, dove il due volte iridato vorrà prendersi il primo posto di fronte al pubblico di casa.

Verstappen, frecciate con l’ingegnere di pista e altro record rotto – I più diffidenti non provassero a dire che Verstappen vince solo grazie alla Red Bull. Non si spiegherebbe il divario in classifica su Pérez. L’olandese divora chilometri di asfalto, rompe record e vola indiscusso verso il suo terzo titolo mondiale. Con il successo di oggi dalla sesta piazzola della griglia (partiva lì per la sostituzione del cambio), l’olandese si è preso l’ennesima vittoria in rimonta dopo essere partito in carriera da nove posizioni differenti in griglia — 1°, 2°, 3°, 4°, 6°, 7°, 9°, 10° e 14° — un primato che fino a oggi apparteneva solo a Fernando Alonso. E questo weekend ha avuto anche il tempo, rinchiuso nel suo abitacolo, di lanciarsi frecciate con il suo ingegnere di pista, Gianpiero Lambiase, che ha risposto a tono alle polemiche lanciate dal pilota sia durante le qualifiche di venerdì sia in gara. Il motivo oggi era la rabbia di Verstappen, che avrebbe voluto fare il primo pit al giro 14 anticipando Pérez, in quel momento in testa, ma è rientrato la tornata successiva, per poi recuperare subito un secondo al messicano e superarlo sul rettilineo della Kemmel.

Leclerc, il massimo che si potesse fare. E Alonso… – Dietro al duo Red Bull, ci sono i piloti dell’altro gruppo. C’è un Leclerc che non ha potuto fare di più e si è dovuto accontentare del terzo podio di stagione, mantenendo a distanza la Mercedes di Hamilton. Il monegasco è il volto della delusione nel parco-chiuso e non si nasconde: “C’è ancora troppo da fare, sul passo-gara la Red Bull è troppo superiore”. Mentre quinto ha chiuso un Fernando Alonso non più brillante come all’inizio di stagione. Aveva sognato in grande lo spagnolo, dopo i quattro terzi posti nelle prime cinque gare del campionato. Poi però, una volta che le altre rivali hanno portato gli aggiornamenti dall’Austria, il team di Silverstone ha fatto un passo indietro, rimanendo costantemente dietro a Mercedes, McLaren e Ferrari. Morale della favola: copiare lo stile Red Bull al via di campionato può sì essere utile nella prima parte, ma se all’aerodinamica viene abbinata una meccanica diversa e non abbinata a quella della scuderia anglo-austriaca, il comportamento della vettura ne risulta diverso e più limitato.

Sainz, quanta sfortuna. Per Vasseur sarà un’estate di lavoro – Per Sainz, Piastri e Norris, invece, è stata una giornata no. L’australiano ha un futuro radioso davanti a sé, ma oggi ha peccato di ingenuità (l’irruenza giovanile può essere perdonata) e ha chiuso il ferrarista spagnolo in curva 1 dopo lo spegnimento dei semafori. Ciò vuol dire fuori entrambi, andati in vacanza in anticipo. Le parole lanciate da Leclerc prima del weekend belga possono avere un senso di verità: la Ferrari ha sì grandi problemi, anche se oggi sul passo è andata bene con tutte le mescole per degrado, ma la sfortuna ci vede molto spesso con i due piloti di Maranello. Avrà un duro compito il team principal Frédéric Vasseur questa estate: dopo l’addio del direttore sportivo Laurent Mekies (pronto per l’AlphaTauri), c’è da sistemare il proprio organico, rimotivare i piloti e sfruttare la seconda parte di stagione per capire quali aspetti tecnici salvare (e quali no) sulla monoposto che verrà nel 2024. Nella speranza che l’anno prossimo le gare del Mondiale non portino sempre delle vittorie scontate in casa Red Bull.

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