Ci sono voluti quasi sei mesi. Di rinvii, trattative, veti incrociati, nomi bruciati che hanno in tenuto in sospeso lo sport italiano. Adesso, finalmente, il ministro Andrea Abodi pare aver trovato la quadra: la governance di Sport e salute, la partecipata governativa che gestisce quasi 300 milioni di contributi pubblici ogni anno, è finalmente pronta. Il nuovo presidente sarà Marco Mezzaroma, vicinissimo alla famiglia Meloni ed in particolare alla sorella della premier Arianna. Come amministratore delegato invece promosso l’attuale direttore generale Diego Nepi Molineris, che ha gestito la società negli ultimi anni.

Il nome del nuovo n.1 è una sorpresa ma fino a un certo punto. A lungo, infatti, il candidato designato per quella poltrona era stato Giuseppe De Mita, figlio di Ciriaco, ex dg della Lazio, testimone di nozze di Marco Mezzaroma (cognato di Claudio Lotito), quindi amico di Giorgia Meloni. Un nome che il ministro Abodi aveva più che altro subito dai piani alti del governo, salvo poi dover accantonare per i requisiti (gli mancava il titolo di laurea previsto dalla legge), nonché alcuni ragionamenti di opportunità (troppi interessi nel settore degli eventi sportivi). Così dopo una serie di profili più o meno credibili (si era parlato soprattutto dell’ex segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi, e della vice di Abodi al Credito Sportivo, Antonella Baldino), il governo ha rotto gli indugi. Se De Mita era per certi versi il piano B, Marco Mezzaroma rappresenta direttamente il piano A.

Disinnescato anche il problema “quote rosa” (la legge prevede che almeno due membri su tre siano donne): verranno garantite da Maria Spena, deputata uscente di Forza Italia, non eletta alle ultime politiche e ora ricollocata dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini; dalla Salute invece arriva Rita di Quinzio, capo della segreteria del ministro Schillaci, anche lei vicina alla famiglia Meloni. Insomma, nomine nemmeno politiche, proprio familistiche.

In Cda non poteva mancare l’“impresentabile” di turno: nominato dal ministro Valditara per l’Istruzione c’è spazio anche per Fabio Caiazzo, dirigente sportivo che ha a carico una radiazione da parte dell’Asi (l’ente di promozione storicamente legato a Fratelli d’Italia e presieduto dal sottosegretario Claudio Barbaro). Una nomina che ammicca agli ambienti laziali della Lega di Matteo Salvini, ma avrà fatto storcere il naso a un’altra parte della maggioranza: come riportato da Dagospia, proprio negli scorsi giorni l’Asi di Barbaro si lamentava per i suoi incarichi in Libertas, ente legato alla Lega; per tutta risposta, il partito lo ha piazzato pure nella partecipata governativa.

Completato il quadro del nuovo Cda, può volgere al termine l’era di Vito Cozzoli, nominato nel 2020 dall’ex ministro Spadafora in quota Di Maio: negli ultimi mesi ha provato in tutti i modi a strappare la riconferma, e ha resistito anche oltre la naturale scadenza (in primavera) sfruttando l’impasse nella maggioranza. Ma quella odierna dovrebbe essere la sua ultima assemblea da presidente di Sport e Salute, in teoria. In pratica, le nuove nomine dovranno ancora passare dalle forche caudine delle commissioni per completare l’iter parlamentare, chissà se subito o in autunno vista l’imminente pausa estiva. Salvo improbabili colpi di scena, il governo comunque ha scelto: niente continuità. Quella sarà garantita da Diego Nepi, già direttore generale, ora anche ad, a cui è affidato il futuro della società, insieme al nuovo presidente Mezzaroma e un’intesa tutta da collaudare.

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