“Il certificato dei carichi pendenti” che Daniela Santanchè “aveva in mano il 5 luglio”, durante l’informativa “era vecchio di sei mesi”, allora “ha mentito sapendo di mentire? Ciascuno la pensi come vuole ma quella donna che sventolava quel foglio, agli occhi dei nostri giovani non appariva come una ministra della Repubblica, ma come una maschera”. Così Ettore Licheri, durante la discussione in Senato per il voto sulla mozione di sfiducia individuale alla ministra del Turismo per le sue vicende da imprenditrice. “Ma noi non vi parleremo di certificati penali perché l’opportunità politica e le vicende giudiziarie sono due cose separate”, ha aggiunto Licheri, sottolineando che “l’opportunità politica vale e prevale su tutto”. “L’opportunità politica è il rispetto per il decoro, per l’immagine del proprio Paese e il rispetto delle istituzioni”, ha spiegato il senatore, rivolgendosi poi alla maggioranza. “È sbagliato rifugiarsi nella vostra casa della libertà, sbarrare le finestre e non vedere quello che è successo. Ed è sbagliato considerare il mandato ministeriale il potere, e le dimissioni al mandato ministeriale la rinuncia al potere – dice ancora – Voi ci dite di non poter rinunciare al potere perché scelti dalla gente. Ma il voto degli elettori non è un salvacondotto, un lasciapassare per fare tutto”. “Al termine della votazione – ha concluso – resterà una ministra dello Stato che allo Stato deve oltre un milione di tasse non pagate, e resteranno i suoi dipendenti, i suoi fornitori, finiti a gambe all’aria”.

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Caso Santanchè, in Senato si vota la mozione di sfiducia: la diretta tv dall’Aula

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“Mozione di sfiducia basata su un’inchiesta pseudo-giornalistica, non intendo entrare nel merito”: la difesa di Santanchè in Senato

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