Dopo una giornata di bagarre in aula, la Camera ha approvato la proposta di legge del centrodestra che introduce il reato universale per la maternità surrogata. Il testo, che adesso passa in discussione al Senato, ha raccolto 166 voti a favore e 109 contrari, mentre 4 deputati si sono astenuti.

Se l’esito del voto era prevedibile, a fare notizia è la spaccatura interna al Pd maturata nel corso della votazione su un emendamento presentato dal segretario di +Europa, Riccardo Magi, sulla gestazione per altri, anche detta maternità surrogata solidale. Come previsto, la mozione è stata bocciata con numeri ampi (191 contrari, 44 astenuti e solo 9 a favore), ma controllando i nominativi si nota che l’ex ministra Paola De Micheli, in quota Pd, ha deciso di votare con la destra, mentre Bruno Tabacci si è astenuto. Il resto del partito, invece, aveva deciso di uscire dall’aula.

Una scelta, questa, che ha generato critiche e provocazioni nei confronti della segretaria Elly Schlein: “Ehi segretario, stiamo discutendo della maternità surrogata. So che ti sei battuta molto nei comizi per contrastarla. Dove sei? Fra un po’ votiamo la legge”, ha detto il deputato di Fdi Federico Mollicone. La maggioranza del Partito Democratico però ha ritenuto l’emendamento di Magi, che in sostanza chiedeva la regolamentazione della gestazione per altri in modo dettagliato e l’istituzione di un Registro nazionale delle gestanti, una “forzatura” che li ha spinti a lasciare l’aula. “A nostro avviso non viene presentato per emendare una legge ingiusta, ma apre una questione cha meriterebbe di essere discussa in altra sede – spiega in aula la capogruppo a Montecitorio Chiara Braga – A fronte di una iniziativa violenta della maggioranza, non apre alcuna possibilità di discussione. Contestiamo una questione di metodo, ci viene chiesto di accettare a scatola chiusa, o tutto o niente”.

Ancora più paradossale, se si considerano i numeri, ciò che è successo all’interno del Terzo Polo che ha visto nomi di peso assumere posizioni opposte. La linea decisa era stata quella delle libertà di coscienza e così è stato: 5 sì, 7 no e 4 astenuti. A votare a favore sono stati Mara Carfagna, Giuseppe Castiglione, Antonio D’Alessio, Maria Chiara Gadda ed Ettore Rosato. Hanno votato no invece Fabrizio Benzoni, Maria Elena Boschi, Enrico Costa, Mauro Del Barba, il capogruppo Matteo Richetti, Daniela Ruffino e Valentina Grippo. Gli astenuti sono la ex ministra Elena Bonetti, Naike Gruppioni e Giulio Sottanelli.

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Maternità surrogata, centrosinistra sbriciolato su un emendamento di Magi. Il Pd esce. Tra i contrari la verde Zanella: applausi da destra

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