“Perché mollai Repubblica per candidarmi con Renzi nel 2018? Calabresi non mi gradiva e mi fidai di Matteo”. Così Tommaso Cerno, ospite de La Confessione di Peter Gomez in onda il 21 luglio alle 22.45 sul Nove, ha raccontato di quando lasciò la condirezione del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari per candidarsi nel Pd, a fianco dell’allora segretario Matteo Renzi. In quel periodo, come gli ha ricordato il conduttore “lei è da poco condirettore di Repubblica, numero due del giornale. Molto giovane, grande successo, ha lasciato da pochi mesi la direzione dell’Espresso, un settimanale che durante la sua direzione si è caratterizzato anche con scoop giudiziari sull’attuale leader di Italia Viva e sul suo Giglio magico“. Poi, la candidatura in Senato con il Pd. “Mi racconta come è avvenuto? Cioè Renzi ha chiamato il direttore di un giornale che lanciava strali contro di lui?”, ha domandato Gomez. “Avevo visto Renzi una volta prima di quella candidatura, non lo conoscevo. – ha spiegato il giornalista – Lo avevo intervistato una volta e gli avevo fatto dire una grande bugia che però aveva detto, quindi in quel momento era verità: ‘Non andrò mai con Berlusconi‘, quindi avevamo questo tipo di rapporto. – ha proseguito – Avevo messo suo padre in copertina come capo del Giglio magico facendomi detestare”. Poi Cerno è passato a descrivere un ambiente ostile dentro il quotidiano di Largo Fochetti, dove lui è rimasto solo tre mesi: “Ero stato nominato condirettore di Repubblica dopo essere stato direttore dell’Espresso per poco tempo (dal 2016 al 2017, ndr), perché c’era fretta di cambiare, fretta di migliorare. – ha detto l’ex senatore – Mario Calabresi era il direttore quando io andai a prendere quel posto, ma l’idea che avevamo del giornale era completamente diversa. Siccome il capo nei giornali è il direttore, io non riuscivo a stare lì. – ha detto ancora il giornalista – Repubblica era un percorso che doveva cominciare e invece dava l’impressione di essere finito. Mario non mi gradiva, non lo dava a vedere, non lo diceva, eravamo colleghi, ci rispettavamo benché molto diversi, ma non riuscivo, non solo a portare qualcosa al giornale, ma davo un senso di tensione costante che l’azienda aveva sottovalutato”.

“E un giorno Renzi la chiama e cosa accade?”, ha chiesto il direttore de Ilfattoquotidiano.it. “Io a un certo punto incontro Renzi e gli dico: ‘Ma c’è posto per un altro ‘finocchio’ in Parlamento con il Pd? Perché io a Repubblica se vado avanti così faccio saltare il giornale‘”, ha detto Cerno riferendosi alla sua omosessualità. “Renzi mi detestava, ma aveva due problemi: uno di ordine pratico, ossia che stavano dicendo che metteva solo amici suoi, quindi mettere uno che non era amico suo gli andava bene. Secondo, stava cercando un nome un minimo conosciuto in Italia perché Burioni gli aveva detto che non si sarebbe candidato a Milano”. “Oltretutto Renzi aveva balenato il fatto che in caso di vittoria lei avrebbe potuto fare il ministro occupandosi di diritti civili, vero?”, ha domandato ancora Gomez. “Renzi l’aveva detto al TG2, e io che sono un ingenuo…”, ha risposto Cerno dando modo al conduttore di ribattere: “Ecco, io arrivo a questo punto: uno che fa il giornalista come fa a credere a un politico e in particolare a Matteo Renzi?”. “Infatti il problema mio era che non riuscivo più a stare a Repubblica e che credevo che Renzi fosse in qualche modo il capo della sinistra, questa è stata la mia illusione”, ha concluso l’ex senatore.

‘La Confessione’ è prodotto da Loft Produzioni per Warner Bros. Discovery e sarà disponibile in live streaming e successivamente on demand sul nuovo servizio streaming discovery+ nonché su sito, app e smart tv di TvLoft. Nove è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9.

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