Alla fine l’ha capito anche Carlo Calenda: il suo alleato Matteo Renzi vira a destra. Una scelta “legittima”, precisa il leader di Azione che però mette in chiaro quale sarebbe la strategia di Italia Viva. Per molti già sotto la luce da tempo. Gli indizi sono sempre di più, non solo per i voti ad appoggio della maggioranza. Dall’atteggiamento nei confronti di Daniela Santanchè fino alla mancata firma della proposta di legge sul salario minimo. E ancora il sì alla commissione d’inchiesta sul Covid.

È proprio Calenda a mettere in fila tutto e a spiegare qual è la strategia: “Credo che Italia Viva stava, da prima della rottura, tenendosi le mani libere per fare un ragionamento con la maggioranza di governo. Io lo suppongo da quello che vedo, la difesa a oltranza di Santanchè anche di fronte all’evidenza di un comportamento incompatibile col fatto di essere ministro”, ha detto ospite di Start su Skytg24.

“Ieri – prosegue Calenda – hanno votato con il governo sul divieto della carne sintetica. Mi ha stupito che Italia Viva abbia seguito pedissequamente Lollobrigida sulla sua linea, che è una linea chiaramente ideologica. Io non lo so cosa vogliono fare, però vedo dei segnali da molto tempo che mi sembrano, legittimamente, perché ormai avendo Renzi rifiutato di fare un partito unico, un segnale di slittamento verso la destra”.

Ma c’è un esempio che ha colpito Calenda “ancora di più”: la commissione di inchiesta sul Covid. “Italia Viva era nel governo Conte 2, ha approvato tutti i provvedimenti sul Covid dentro il consiglio dei ministri e poi in Parlamento”, ricorda Calenda. Per poi chiedersi: Che senso ha diventare il paladino di una commissione di inchiesta che finirà per essere una polemica infinita sul Covid, mentre la nostra sanità sta letteralmente a pezzi? Non posso che leggere tutto questo come un avvicinamento alla destra, legittimissimo”.

Nel frattempo, però, il gruppo parlamentare resta unico: “Sono formati sulla base di un voto popolare di una formazione politica che aveva il mio nome nella scheda, e prometteva di fare una grande area liberal-democratica. Ora Renzi questo progetto lo ha fatto cadere. Vuole far cadere i gruppi? Se ne deve assumere la responsabilità”, aggiunge il leader di Azione. Che va anche oltre.

“Vuole farli cadere per rincorrere Forza Italia? Lo deve spiegare. Perché quando c’è di mezzo non solo un progetto politico, ma anche il nome della persona che l’ha guidato, c’è un impegno con gli elettori, io i gruppi non li faccio cadere. Lo deciderà Renzi. Ovviamente se andrà con Forza Italia i gruppi cadranno, o se entrerà in maggioranza cadranno, ma quello che cerco di fare e oggi voteremo a favore di Borghi capogruppo, perché su moltissime cose collaboriamo molto bene. È una scelta che farà Matteo Renzi, non è una scelta che farò io”.

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