Prima sarà la volta di tuffi, nuoto artistico, pallanuoto e nuoto in acque libere e poi da domenica 23 luglio inizieranno anche per il nuoto nelle corsie i Mondiali in Giappone, compressi tra un’Olimpiade che si è disputata due anni fa (che ha in pratica sostituito questo Mondiale di Fukuoka programmato per il 2021 e spostato causa pandemia) e un’altra che ci sarà tra un anno, a Parigi.

Prima di qualsiasi analisi sportiva e atletica, la riflessione generale: saranno i Mondiali dei grandi assenti, con alcune grandissime stelle del nuoto che hanno deciso di non partecipare situazioni di stress insopportabile e burnout. Sembra tutto collegarsi agli studi e alle riflessioni fatte da Francesca Coin nel libro “Le grandi dimissioni”, in cui appunto si approfondisce un nuovo approccio al lavoro e alle attese esistenziali nella fase post-covid, in cui molti scelgono di “non lavorare”, che non è semplicisticamente il non affaticarsi, ma è il non essere avviluppati in un vortice fatto di sacrificio-risultati-sacrificio che per molti è insopportabile. Per motivi di questo tipo in Giappone mancheranno Adam Peaty (5 medaglie olimpiche e 10 mondiali), Caleb Dressel (7 medaglie olimpiche e 17 mondiali), Kristóf Milák (2 medaglie olimpiche e 4 mondiali), Cate Campbell (8 medaglie olimpiche e 12 mondiali). Una catastrofe silenziosa a cui si da ancora poca importanza.

Anche se mancheranno grandi campioni, il Mondiale potrà essere di alto livello e questa volta tocca all’Italia essere tra le nazioni guida del movimento natatorio mondiale. Tra le fila azzurre c’è un campione del mondo con annesso record nei 100 dorso, Thomas Ceccon, che sfiderà gli americani Murphy e Armstrong come lo scorso anno a Budapest. C’è anche la campionessa mondiale e detentrice del record del mondo nei 50 rana, Benedetta Pilato, che si è presa il tempo che serviva alla vita e allo studio per fare un ottimo esame di maturità e ora presentarsi in Giappone magari non al massimo della forma ma con la consapevolezza di poter ancora crescere. Poi c’è il capitano, Gregorio Paltrinieri, che lo scorso anno ha beffato tutti nei 1500 metri partendo dalla corsia numero 1, oltre a Nicolò Martinenghi, anch’egli campione del mondo dei 100 rana nel 2022, che ha scelto quest’anno non solo per cercare di confermarsi ma anche per cambiare qualcosa nell’allenamento.

Insieme a loro una squadra solida quasi in tutte le specialità. Nei 200 farfalla Federico Burdisso e Alberto Razzetti, impegnato anche nelle due gare dei misti. Simona Quadarella non è sembrata mai così in forma nelle gare primaverili e si è qualificata nelle sue tre gare 400, 800 e 1500 sl, dove dovrà vedersela prima di tutto con la grande campionessa americana, Katie Ledecky. Marco De Tullio potrà dire la sua nei 400 sl, dove il campo partenti non è celestiale, come invece nei 100 sl, in cui gareggerà Alessandro Miressi, sfidando il fenomeno rumeno David Popovici. Nei 50 sl Popovici non fa paura allo stesso modo e Leonardo Deplano può giocarsela con l’australiano McEvoy, l’americano Held e il solito francese Manadou.

Nella squadra femminile, in Giappone tre stileliberiste giovani di ottime prospettive, a cui il Mondiale servirà per fare esperienza. Sono Emma Virginia Menicucci, Sofia Morini e Chiara Tarantino: l’Italia punta tanto su di loro, così come spera in altri outsider come Margherita Panziera nei 200 dorso, Federico Poggio e Luca Cerasuolo nella rana di Martinenghi e anche Lisa Angiolini, cresciuta tantissimi negli ultimi anni nella rana al femminile. Sarà un Mondiale di grandi assenti ma anche con grandi momenti attesi di azzurro. Partirà poi da Fukuoka la grande volata che tra un anno esatto (cerimonia d’apertura il 26 luglio 2024) porterà ai Giochi di Parigi.

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