Un intervento dei carabinieri per fermare un uomo che aveva violato il divieto di avvicinamento alla moglie si è trasformato in una sparatoria con un morto. È accaduto a Padova, in zona Sacra Famiglia, nel pomeriggio di venerdì, quando una pattuglia dei carabinieri ha fermato un uomo di 55 anni, di origini albanesi, che aveva violato il provvedimento del giudice, disposto per stalking. L’uomo si trovava sotto casa della donna, che ha allertato i militari dell’Arma.

Dopo averlo identificato i carabinieri gli hanno spiegato che doveva allontanarsi da lì, perché destinatario di un ammonimento del Questore che gli intimava di non avvicinarsi a quella zona. In un primo tempo è parso che l’uomo si fosse rassegnato ad andarsene. È risalito sul furgone, in attesa che i militari dell’Arma terminassero di prendere i suoi dati per redigere il rapporto. L’albanese ha fatto prima finta di effettuare una retromarcia, invece ha ingranato fulmineamente la prima e ha accelerato, puntando dritto verso il carabiniere che aveva davanti. Lo ha investito frontalmente, facendolo finire schiacciato tra il muso del furgone e l’auto di servizio.

Ma la violenza non era finita: sceso dall’abitacolo, con un pugnale in mano, il 55enne ha fatto alcuni passi per scagliarsi contro il militare a terra. A questo punto il collega che aveva schivato l’investimento, ha estratto la pistola facendo fuoco. Quattro colpi, due al corpo, e due alle gambe. L’assalitore è crollato sull’asfalto. Trasportato in ospedale ma già all’arrivo nel nosocomio era apparso in condizioni disperate e i sanitari non sono riusciti a salvarlo. È stato ricoverato anche il carabiniere investito, un 37enne: ha riportato gravi ferite alle gambe ma non è in pericolo di vita.

L’allarme per la presenza dello stalker, con il furgone parcheggiato davanti al palazzo, era stato dato alla sala operativa del 112 dalla stessa ex compagna dell’albanese. Tra i due era in corso un difficile contezioso, dopo le denunce per stalking presentate dalla donna. Erano tuttora in corso alcuni procedimenti penali nei quali l’uomo doveva rispondere di atteggiamenti aggressivi e persecutori nei confronti della ex, con la quale aveva avuto una figlia, oggi maggiorenne. Non si sa se i due si siano parlati o se la donna abbia capito subito che poteva essere in pericolo, decidendo di avvertire subito le forze dell’ordine. Gli investigatori sono rimasti a lungo sul posto, mentre l’accesso alla strada veniva sbarrato a giornalisti e curiosi, per ricostruire l’esatta dinamica dell’episodio. Secondo quanto si apprende, le prime valutazioni dei vertici dell’Arma propenderebbero per una reazione del militare che ha sparato del tutto corretta e in linea con il protocollo di ingaggio.

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