Sono otto gli indagati a vario titolo per sfruttamento dei lavoratori nell’ambito dell’indagine contro il caporalato partita nel maggio del 2022 e coordinata dalla Procura di Caltanissetta. Nella mattinata di oggi, 12 luglio, otto persone tra cui sei imprenditori agricoli sono state raggiunte dalle misure cautelari emesse dal gip ed eseguite dalla Squadra Mobile di Caltanissetta. Tra i provvedimenti un arresto ai domiciliari, un obbligo di dimora e, per gli altri imprenditori agricoli, il divieto di esercitare le proprie attività d’impresa per un anno.

Le indagini sono scattate in seguito ad alcune segnalazioni arrivate alla Squadra Mobile di Caltanissetta e, dai controlli presso le aziende agricole e grazie alle testimonianze di vari cittadini pakistani, hanno permesso di accertare il reclutamento giornaliero di decine di lavoratori agricoli, che venivano caricati ogni mattina alle 5 presso la stazione di Caltanissetta per essere impiegati in nero nelle campagne di Delia e Agrigento. I braccianti hanno dichiarato di lavorare per circa otto ore al giorno ricevendo salari esegui, costretti ad accettare queste condizioni visto lo stato di bisogno in cui versavano. I lavoratori venivano ammassati su camion in assenza di qualunque misura di sicurezza: gli investigatori hanno infatti appurato che uno degli indagati ha modificato un furgone montando nell’abitacolo delle ulteriori sedute prive di cinture di sicurezza, così da potervi far entrare più persone possibili. Due testimoni hanno affermato di aver svolto attività di intermediazione e di aver ricevuto in cambio una parte della paga destinata agli altri lavoratori, mentre un altro ha raccontato di essere stato minacciato di morte se non avesse accettato le condizioni imposte. Sempre secondo le testimonianze raccolte, capitava che i braccianti stranieri venissero costretti ad acquistare gli attrezzi necessari al lavoro.

Gli 8 indagati, per i quali il Gip ritiene che vi siano gravi indizi di colpevolezza, sono ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. “Lo sfruttamento non è certo la risposta giusta alla carenza di manodopera lamentata dalle associazioni di categoria” – hanno commentato Tonino Russo e Giuseppe Randazzo, segretari generali della Federazione lavoratori Agro Industria (Flai) della Cgil di Sicilia e Caltanissetta – “è disumano, è illegale, si sostanzia di salari da fame e mancanza di diritti sul lavoro, finendo col tenere i giovani lontani dal lavoro in agricoltura. L’obiettivo deve essere il lavoro agricolo di qualità e per questo l’iniziativa della Flai prosegue. Occorre un’azione sinergica di tutti i soggetti in campo”, proseguono, “come indicato anche nel recente protocollo siglato con la Regione, perché i controlli siano capillari ma siano anche messe in campo iniziative di informazione e di formazione rivolte ai lavoratori”.

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