Jens Stoltenberg rimarrà segretario generale della Nato per un altro anno dal termine del suo mandato, fino al 1 ottobre 2024. La notizia circolava ormai da settimane, ma oggi si è trovato l’accordo definitivo tra i Paesi membri dell’Alleanza Atlantica che formalizzeranno la decisione nel corso del prossimo vertice Nato di Vilnius, l’11 e 12 luglio. “Gli alleati hanno ringraziato il segretario generale per la sua leadership e il suo impegno che sono stati fondamentali per preservare l’unità transatlantica di fronte a sfide di sicurezza senza precedenti”, si legge in una nota pubblicata sul sito della Nato. “Sono onorato della decisione degli alleati di estendere il mio mandato di segretario generale: il legame transatlantico tra Europa e Nord America ha garantito la nostra libertà e sicurezza per quasi 75 anni e, in un mondo più pericoloso, la nostra grande Alleanza è più importante che mai”, ha dichiarato Stoltenberg.

La scelta di mantenere l’ex primo ministro norvegese alla guida del Patto Atlantico è un segnale di continuità, nonostante lui abbia più volte ribadito di non avere intenzione di ricandidarsi per quella posizione, dovuta in parte anche alla necessità di portare avanti la gestione di dossier fondamentali come ovviamente il conflitto in Ucraina, ma anche l’allargamento alla Svezia e la formula che dovrà essere trovata per accontentare le esigenze securitarie di Kiev. Fu proprio Stoltenberg ad affermare, a metà giugno, di non vedere alcuno “spazio per l’estensione del mio mandato. Il mio successore deve essere scelto dai 31 alleati. Io sono responsabile per le decisioni che vengono prese nell’alleanza tranne una, ossia la scelta di chi mi succederà”. E ha poi spiegato di avere “altri piani” per il futuro. In quelle ore, però, i media internazionali già stavano diffondendo l’indiscrezione secondo la quale gli Stati membri avevano chiesto all’ex premier finlandese di estendere il proprio mandato, in una situazione in cui era richiesta continuità. Una valutazione che lo stesso Stoltenberg deve aver ritenuto valida.

Nelle scorse settimane di nomi ne sono circolati molti. Uno tra i più importanti è quello dell’attuale presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. La sua candidatura era resa più complicata dal fatto che il suo mandato alla guida di Palazzo Berlaymont scade nell’estate 2024, mentre quello di Stoltenberg avrebbe dovuto concludersi a ottobre 2023. Con questo rinvio, però, questo problema è stato risolto. Anche se è stata proprio la presidente della Commissione a escludere una propria candidatura: “Non sono sicuramente disponibile”, ha spiegato.

Inoltre, non è ancora chiaro quale sia il nome gradito a Washington e senza il quale è difficile pensare a una nuova nomina. Fra i papabili candidati ben visti dalla Casa Bianca ci sono la premier danese Mette Frederiksen che di recente ha incontrato proprio Joe Biden. L’altro era quello del segretario di Stato per la difesa del Regno Unito, Ben Wallace. Ma è stato proprio il diretto interessato a smentire questa possibilità: “Non succederà – ha dichiarato – Il nuovo segretario generale dovrà avere il placet sia del presidente Biden sia di Macron” che, a suo giudizio, difficilmente potranno convergere in questo momento entrambi su di lui.

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