Erano stati sequestrati il 25 giugno, all’indomani del tentativo di rivolta della Wagner, all’hotel Trezzini di San Pietroburgo, ritenuto l’ufficio di Yevgeny Prigozhin. E ora, scrive la testata Fontanka di San Pietroburgo, tutto il denaro e i lingotti d’oro sono stati restituiti. I motivi non sono noti, aggiunge la testata, ricordando che fin dal momento del sequestro Prigozhin aveva spiegato che i contanti gli servivano per pagare gli stipendi dei miliziani della Wagner e i risarcimenti alle famiglie dei caduti. A Prigozhin erano stati sequestrati circa 10 miliardi di rubli (109 milioni di euro), alcune centinaia di migliaia di dollari e cinque lingotti d’oro. Il 25 giugno erano stati trovati anche 5 chili di polvere bianca non identificata, di cui non si è più parlato successivamente. E nemmeno Fontanka ne fa menzione. I rubli erano stati trovati in due furgoni parcheggiati sotto due hotel di San Pietroburgo, il Trezzini Palace e il River Palace. Secondo le fonti di Fontanka, banconote e lingotti sono stati consegnati domenica sera a San Pietroburgo a un autista di Prigozhin in possesso di una sua procura. Non si sa dove si trovi il capo della Wagner, che secondo il presidente bielorusso Alexander Lukashenko avrebbe raggiunto la Bielorussia. Fontanka scrive invece che domenica sera, quando è avvenuta la restituzione, Prigozhin si trovava a Mosca. In ogni caso, dopo una settimana di silenzio e mentre perdura il mistero più fitto su dove si trovi, il capo della Wagner il 3 luglio è tornato a farsi sentire in un audio di 40 secondi per preannunciare “nuove vittorie al fronte in un prossimo futuro”. Un messaggio che suscita ancora più interrogativi sul suo destino, anche per le modalità di diffusione: non più sul canale Telegram della sua holding Concord, ma su Grey Zone, un altro canale, e uno solo, della galassia che ruota intorno alla Wagner.

Anche la brevità dell’audio fa intuire una realtà molto diversa da quando, prima del tentato ammutinamento del 24 giugno, Yevgeny Prigozhin lanciava lunghe invettive e minacce contro i vertici militari della Russia, veicolate dal canale ufficiale della Concord, Press-Sluzhba Prigozhina. Ora l’ex cuoco del Cremlino ha appena il tempo di ribadire che l’avanzata intrapresa verso Mosca era “una marcia della giustizia diretta a combattere i traditori e mobilitare la società”. Ma l’obiettivo numero uno di Prigozhin, il ministro della Difesa Serghei Shoigu, parlando oggi per la prima volta di quanto accaduto, ha denunciato i piani di destabilizzare la Russia, affermando che sono “falliti perché le forze armate hanno mostrato fedeltà al loro giuramento e ai loro doveri”.

“Oggi abbiamo bisogno del vostro sostegno più che mai, grazie per questo”, scandisce ancora Prigozhin nel suo messaggio, rivolgendosi non si sa bene a chi: se ai russi in generale o ai miliziani della Wagner. Anche del destino di questi ultimi non si sa nulla. Non è chiaro quanti di loro abbiano deciso di seguire il loro capo in Bielorussia. Né si capisce su quale “fronte” la compagnia privata dovrebbe ottenere le “nuove vittorie”. Nei giorni scorsi il presidente della commissione Difesa della Duma, Andrei Kartapolov, aveva detto che la Wagner non sarebbe più stata utilizzata in Ucraina. Ancora Grey Zone, tuttavia, scrive che i miliziani della Wagner si stanno già addestrando, anche con l’impiego di carri armati e armi pesanti, nei pressi di Osipovichi, a sud-est di Minsk. Il fatto che l’audio non sia stata diffuso dal canale Telegram della Concord sembra confermare il processo di smantellamento in corso dell’impero non solo militare ma anche mediatico e commerciale del capo della Wagner. E ora migliaia di dipendenti della Concord potrebbero rischiare il loro posto di lavoro.

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