Per lungo tempo sono stati costretti a lavorare senza alcuna tutela dal punto di vista igienico sanitario e con problemi di paghe. Ma ora, nonostante l’avvento della Croce Rossa nella gestione dell’hotspot di Lampedusa, per gli ex dipendenti di Badia Grande, una ventina di operatori, inclusi nella nuova gestione, l’incubo non sembra ancora finito.

La cooperativa, la Badia Grande, che ha gestito la struttura fino al primo giugno, lasciandola in pessime condizioni secondo gli operatori poi subentrati, non ha infatti pagato tutte le spettanze agli operatori che, fino all’ultimo giorno di lavoro per la vecchia società, hanno minacciato di scioperare. “Non solo non ci hanno dato il TFR – spiega al Fattoquotidiano.it l’operatrice Alice Bisso – ma ci mancano ancora i pagamenti degli ultimi due mesi di lavoro oltre alle buste paga da febbraio fino a maggio. Questa è l’ultima beffa, noi chiediamo informazioni ma non ci dicono nulla, come al solito. Non riusciamo a capire a cosa corrispondono i pagamenti (le buste paga non sono state infatti inviate ai lavoratori ndr.), ma nel mio caso mancano ancora parte dei soldi dello stipendio di marzo”.

Gli operatori denunciano di aver avuto difficoltà con la società, indagata in altre due province italiane per la gestione di altri due centri di accoglienza, e già con gli occhi della Corte dei conti addosso, per tutta la durata dell’incarico assegnato dalla prefettura di Agrigento, che ha redatto il bando che ha visto vincitrice la coop. Badia Grande. I ritardi nei pagamenti e la gestione poco trasparente delle buste paga sono stati una costante nel periodo Badia Grande, stando al racconto dei dipendenti, e, anche nelle ultime settimane di lavoro il clima che si respirava era pesante. Dalle accuse la cooperativa si è sempre difesa dicendo che l’hotspot ha ricevuto più persone di quelle previste, una condizione che però è sempre la stessa da dieci anni a questa parte per tutte le cooperative che si sono alternate nella gestione del centro di contrada Imbriacola.

La prefettura aveva già segnalato Badia Grande per la “malagestio” della struttura: a soffrirne non erano soltanto i dipendenti ma anche i migranti, soprattutto i bambini, costretti, ad esempio, a stare senza ciuccio e senza latte, alcuni a vestirsi con stracci al posto delle scarpe. Ma non solo: tra le accuse anche quelle di lasciare donne incinte senza assistenza e di condizioni igienico sanitarie disastrose.

La gestione con un personale sottostimato (oggi la Croce Rossa impiega 80 persone, Badia Grande 24) ha avuto ripercussioni anche sulla struttura, che senza sicurezza, è stata letteralmente distrutta. Nei giorni in cui la Croce Rossa ha rinnovato tutto ha trovato quadri elettrici saltati, rifiuti in ogni parte, stanze allagate e sporche. Gli interventi per ricostruire sono durati giorni, prima dell’inizio ufficiale della nuova gestione, a inizio giugno, che ha portato anche all’inclusione dei venti dipendenti di Badia Grande, alcuni dei quali, a causa dei mancati pagamenti hanno anche avuto problemi personali, come la corrente elettrica staccata.

Adesso però, dopo mesi di stenti, la beffa continua senza sosta: “Io, come tutti gli altri, sono in attesa di due mesi di retribuzione e del Tfr, così come delle buste paga che ci permettano di comprendere gli acconti che abbiamo ricevuto a quali mesi si riferiscono – racconta al Fatto.it Giuseppe Fragapane, addetto alle pulizie dell’hotspot – non stiamo ricevendo nessuna risposta”. Anche i sindacati sembrano aver abbandonato i dipendenti dell’hotspot: “Non ci risponde più nessuno – denuncia ancora Alice Bisso – Stiamo pensando di agire con una ingiunzione di pagamento se le cose non cambieranno. Siamo stanchi di aspettare e stare in questa situazione, ci hanno abbandonato anche i sindacati in questa lotta ma noi non molliamo”. Nonostante i problemi, però, il morale è alto per una estate che si prospetta di nuovo caldissima sul fronte degli sbarchi.

Riceviamo e pubblichiamo
In questo momento la cooperativa Badia Grande vive una enorme difficoltà finanziaria a causa della eccessiva onerosità della commessa che ha comportato un’esposizione di oltre 10 milioni di euro con la Prefettura di Agrigento. Nel più breve tempo possibile, comunque, i lavoratori riceveranno il pagamento della mensilità di maggio e la liquidazione del TFR. Giova ricordare che, in base all’articolo 84 del CCNL, sottoscritto dai lavoratori, la mensilità matura il 20 del mese successivo, ossia pochi giorni fa.

Coop. Badia Grande

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