Le parole di Parsi sulla società civile russa sono inaccettabili“. Così, a L’aria che tira (La7), Marco Tarquinio, ex direttore e ora editorialista di Avvenire, stigmatizza duramente le dichiarazioni precedentemente rese dall’accademico di relazioni internazionali, Vittorio Emanuele Parsi, secondo cui “la società civile russa è completamente lobotomizzata”.

Il docente universitario, che al termine del suo intervento ha dovuto lasciare la trasmissione, ha spiegato la sua totale sfiducia nel mondo civile russo: “Certo, ci sono oppositori politici che vengono mandati in galera, ma questo avviene perché il regime russo è iper-repressivo. E la società russa è stata passiva anche in questo momento. Non ti inventi una società civile dopo secoli di autocrazia, 70 anni di comunismo e 25 anni di putinismo“.

Poi ha difeso strenuamente la linea europea sulla guerra in Ucraina, ribadendo che è inutile ora aspettarci una via diplomatica: “Non sono d’accordo sul fatto che l’Europa sia assente. Bisogna sempre ricordare che von der Leyen e Draghi furono quelli che diedero la linea all’inizio della guerra, quando le cancellerie europee erano molto confuse”.

Tarquinio replica a distanza a Parsi: “Le vie diplomatiche europee sono inutili? No, non è mai troppo tardi. Questa guerra accade qui, non sulla luna. Che l’Europa diventi la trincea della guerra dei mondi è una cosa che a noi popoli europei non dovrebbe andar bene in nessuna maniera. E invece la stiamo subendo e in qualche mondo incentivando. Non c’è stata una sola iniziativa dei grandi paesi europei in questo senso. L’Italia può fare ben poco – precisa – ma ricordo che in altre stagioni il nostro governo sapeva tenere aperti i canali di comunicazione con tutti. Penso ai tempi della Guerra Fredda, durante i quali, pur restando all’interno del Patto Atlantico, si tenevano comunque i canali aperti. Questo vuol dire diplomazia e alternativa alla guerra“.

Poi critica fortemente le parole di Parsi sulla società civile russa: “Questo non lo accetto. Conosco bene Parsi, perché ha scritto a lungo sull’Avvenire, ma non siamo d’accordo in niente su quello che riguarda la guerra. Lui è uno di quegli analisti per cui sulla punta delle baionette vengono il bene e il futuro. Questo non l’ho mai visto accadere dal ’45. In Russia c’è gente che fa obiezione di coscienza alla guerra di Putin e va in galera per questo – aggiunge – Ci sono leader politici che vanno in galera se sfidano apertamente Putin con processi pubblici e, nonostante questo, continuano nella loro opposizione. Ci sono centinaia di migliaia di russi renitenti alla leva. Questi sono fatti. Ed è questa la vera debolezza del regime di Putin“.

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