Una Giorgia Meloni in versione censore della morale attacca qualsiasi sostanza stupefacente e persino chiunque ne parli. Leggere o pesanti non fa differenza, ogni droga fa male, va combattuta e vietata. Non c’è scampo neppure per le serie televisive che hanno come protagonisti spacciatori. L’occasione è l’intervento della premier alla Camera per la Giornata mondiale contro le droghe. “Viviamo nel paradosso di una vulgata che spaccia la droga come un forma di libertà, e io non riesco a capire come si faccia a considerare libertà qualcosa che ti rende schiavo”, esordisce Meloni. “Le droghe fanno male tutte, non esistono distinzioni, chi dice una cosa diversa dice una menzogna. Dire che ci sono droghe che possono essere usate è un inganno. In uno spinello di oggi c’è una quantità di principio attivo enormemente più grande di quanto ce n’era in quelli di qualche decennio fa e si può definire leggera qualcosa che ha il 78% del principio attivo?”.

“Voglio ribadire dei concetti lapalissiani e banali, sapendo che posso diventare oggetto di polemica, ma sono abituata a difendere ciò in cui credo. Il primo è che la droga fa male sempre e comunque, ogni singolo grammo di principio attivo si mangia un pezzo di te“, ribadisce la presidente del Consiglio che va poi all’affondo contro Netflix: “Arriviamo al paradosso di avere serie che hanno come eroe uno spacciatore sulle stesse piattaforme che hanno fatto documentari contro Muccioli che aveva salvato migliaia di ragazzi quando lo Stato era girato dall’altra parte”. Evidentemente secondo Meloni gli spettatori non godono di un’autonoma capacità di valutazione e contestualizzazione e necessitano di un governo che lo faccia al posto loro.

Quello del governo contro la droga “non vuol esser un approccio paternalistico, lo stato etico non c’entra niente, c’entra la responsabilità delle istituzioni, c’entra la solidarietà, la responsabilità di fare cose difficili se sono giuste, di andare contro corrente. Se non cambiamo l’approccio, tutte le leggi e i fondi non basteranno, serve un’altra narrazione sul piano educativo e culturale”, precisa poi Meloni.

“Sono felice per il significato quasi rivoluzionario che ha essere qua oggi governo, istituzioni, comunità, esperti, famiglie, giovani, insegnanti. Perché abbiamo una giornata contro le droghe ma negli ultimi anni c’è stata indifferenza. Non è scontato essere qua oggi perché non è avvenuto in passato, preferendo tenere i fari spenti” sulla droga. “Questo governo non intende voltarsi dall’altra parte e ignorare il problema ma affrontarlo con coraggio e determinazione. Sarebbe molto più comodo sul piano del consenso far finta di niente, come hanno fatto altri, ammiccare alle dipendenze per sembrare anticonformisti ma credo che non ci sia niente di più anticonformista di dire le cose come stanno assumendoci la responsabilità”. La premier chiude con un proclama: “È finita la stagione dell’indifferenza, del lassismo, del disinteresse”. Spontaneo chiedersi cosa significhi in concreto visti anche i pesanti tagli alla sanità e all’assistenza decisi dal governo che, verosimilmente, ridurranno anche le risorse a disposizione per le strutture di prevenzione e riabilitazione.

“È stata una kermesse, non è stato un convegno, nella quale sono stati forniti all’opinione pubblica italiana da parte del governo e che sicuramente avranno la massima evidenza mediatica su giornali e telegiornali, i principali luoghi comuni e le principali fake news sul fenomeno del consumo delle sostanze stupefacenti in questo paese. Siccome noi crediamo che il governo abbia delle responsabilità serie nell’affrontare un fenomeno sociale serio come quello del consumo delle sostanze stupefacenti, a un certo punto dopo due ore non potevamo restare in silenzio e quindi abbiamo semplicemente esposto dei cartelli, io ne ho esposto uno in cui c’è scritto “‘se non ci pensa lo stato ci pensa la mafia”, perché noi siamo convinti che è esattamente l’incapacità del governo di affrontare questa situazione che crei maggiori danni”. Lo ha detto Riccardo Magi di +Europa. “Sono profondamente deluso dalle semplificazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sulla questione della droga, un argomento complesso che va affrontato con una prospettiva non ideologica, più ampia e basata sulla realtà. Legalizzare la cannabis andrebbe di pari passo con una rigorosa regolamentazione, che comprenda controlli qualitativi, prevenzione, educazione. Ma più di tutti, è fondamentale considerare che la sua legalizzazione potrebbe rappresentare una misura significativa nella lotta contro le mafie che attualmente incassano 6,3 miliardi di euro” scrive, in una nota, il deputato e co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli.

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