Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha portato avanti, “grazie anche a efficaci sinergie con la Procura e l’Agenzia delle Entrate”, una incisiva “azione di recupero delle imposte non pagate da parte di multinazionali del web e di altre società localizzate in regimi fiscali privilegiati che, in Lombardia, disponevano di unità organizzative utilizzate in modo stabile per commercializzare beni e servizi, che ha consentito di far incassare all’erario, nell’ultimo quadriennio, oltre 3,5 miliardi di euro”. È uno dei dati emersi nel corso delle celebrazioni a Milano, nella caserma Cinque Giornate di via Melchiorre Gioia, del 249mo anniversario della fondazione della Guardia di Finanza. Era presente, tra gli altri, il sottosegretario all’Economia, Federico Freni. “Non ci stancheremo mai di ripeterlo – ha spiegato il comandante interregionale dell’Italia Nord Occidentale, il generale Fabrizio Carrarini – esiste un ponte valoriale tra la Guardia di Finanza e la città di Milano”.

Negli ultimi giorni, tra l’altro, è stata portata avanti dalle Fiamme Gialle un’altra attività di indagine nell’ambito della quale il Nucleo di polizia economico finanziaria e il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata hanno sequestrato “beni e attività economiche per oltre 15 milioni di euro, provento del traffico di droga, gestito da un’associazione a delinquere di matrice ‘ndranghetista, operante in Lombardia, che riforniva gruppi criminali dislocati in diverse aree del territorio nazionale e dell’hinterland milanese con stupefacenti importati dall’Olanda”. Si tratta dell’inchiesta della Dda di Milano che ha portato a maggio ad un’ordinanza a carico di 40 persone, tra cui Bartolo Bruzzaniti, latitante, e il super narcotrafficante della camorra Raffaele Imperiale, collaboratore di giustizia.

Ma non solo. Ammonta a circa 777 milioni di euro il patrimonio sequestrato nei confronti di grandi evasori in Lombardia mentre le proposte di sequestro avanzate alle diverse Procure della Repubblica ammontano a oltre 2,5 miliardi di euro. Tra gennaio 2022 e maggio 2023, le Fiamme Gialle hanno proseguito e rafforzato l’azione di contrasto sia all’utilizzo distorto dei finanziamenti pubblici nazionali e comunitari finalizzati a sostenere la ripresa economica, sia ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale nonché ai fenomeni di evasione fiscale più pericolosi, che sottraggono risorse alla crescita e allo sviluppo. Infatti, si legge in una nota, sono stati 2.471 i reati fiscali scoperti a carico di 3.568 soggetti denunciati, di cui 167 arrestati. Nel contrasto alle frodi Iva organizzate, basate su fatture false, società “fantasma” e di comodo, sono stati scoperti 2.530 casi, con un’imposta evasa per circa 2,1 miliardi di euro.

In considerevole aumento i casi di frodi fiscali basate sulla compensazione di crediti fiscali inesistenti o non spettanti con debiti fiscali reali: denunciati 479 responsabili, di cui 39 arrestati, con il sequestro di beni e disponibilità finanziarie illecitamente accumulati per circa 1,2 miliardi di euro. Nel contrasto all’economia sommersa sono stati individuati 1.053 soggetti sconosciuti al Fisco (evasori totali), nonché 778 datori di lavoro che hanno impiegato 5.908 lavoratori in “nero” o irregolari. Inoltre riguardo alle indebite percezioni del “reddito di cittadinanza”, sono stati eseguiti 2.042 interventi, di cui 1.821 sono risultati irregolari, consentendo di accertare una frode per le casse dello Stato di circa 15,3 milioni di euro tra contributi indebitamente percepiti e richiesti, con la denuncia di 1.553 persone. Infine ci sono le denunce nei confronti di 354 persone per reati in materia di appalti, corruzione e altri delitti contro la Pubblica Amministrazione e, di queste, 40 sono state arrestate.

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