“Un amore sognato e sognante, l’amore degli ingenui, degli impreparati, dei coraggiosi. Quello che quando lo vivi lo stomaco ti si rivolta…”. Con un nome d’arte, “UnFauno”, che racchiude in sé una filosofia di vita e un cammino di crescita interiore – nella mitologia classica, Fauno era una divinità romana associata alla natura, ai boschi e ai pascoli, rappresentato come un essere metà uomo e metà capra, ed era il protettore dei pastori, degli animali selvatici e dei confini –, il giovane artista romano Fauno Lami abbraccia questa eredità mitologica, e con la sua musica trascende i limiti convenzionali, guidando gli ascoltatori in un viaggio emozionale tra le sue storie psicoattive sull’amore, la vita e altre sciocchezze.

Dopo aver soddisfatto il suo bisogno di astrazione, allontanandosi dalla realtà, immergendosi nella purezza delle dottrine orientali, ha dato dapprima alla luce il disco Insecurity, che lo ha fatto conoscere nel panorama indipendente italiano, aprendogli le porte a esibizioni dal vivo in tutto il Paese. Attualmente invece UnFauno ha scelto di rilasciare singoli, come Che cazzo ci faccio qui, e Country Boy, scritto in collaborazione coi Kutso, band del circuito capitolino, di cui oggi presento il video in anteprima.

In questo brano, UnFauno racconta un amore di periferia nato tra parcheggi, giostre e sigarette. “Questo racconto viene immortalato e reso magico dal tocco del regista sloveno Oliver Takac, che con i suoi giochi di luce riesce a trasportare lo spettatore nelle pieghe più intime di una relazione, dove due anime si guardano per la prima volta e si dicono di sì. Takac è un fotografo di fama mondiale che ha lavorato con nomi importantissimi e che fa un uso della luce fuori dal mondo. In molti mi hanno chiesto come ho fatto ad arrivare a lui e la risposta è: alcool e sfacciataggine. Da tempo seguivo le sue opere sui social e durante una notte balorda, mentre scrollavo sui divanetti di un pub a San Lorenzo, dopo il quinto rum e cola ho deciso di scrivergli dal nulla, così ci siamo scambiati materiale e idee e da lì è iniziata la nostra collaborazione”. Questo è il bello del web: non ci sono intermediari.

Riguardo invece la scelta di pubblicare solo singoli, “è legata al fatto che la soglia dell’attenzione in Internet si è molto accorciata, quindi a meno che non hai in mente un concept album, secondo me non ha più molto senso pubblicare un disco, soprattutto se sei un artista emergente. Il grande pubblico non dedica più tempo e spazio all’ascolto di un album, che invece all’artista costa grande impegno. Non mi sento di giudicare male questo fenomeno mediatico della scarsa attenzione, anzi riconosco che spesso ne sono stato colpito anch’io. Se vogliamo scavare a fondo ha anche delle caratteristiche positive: ad esempio può essere visto come un invito a non fissarsi sulle cose e a mantenere uno sguardo sempre vivo sul presente, su ciò che ci appassiona momento per momento. Quindi ora sto pubblicando periodicamente i miei singoli, senza pensare al futuro. Poi magari li riunirò in una raccolta, ma per ora hanno vita propria e mi sta bene”.

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In nove punti: il viaggio garantito di un dj

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