È un Claudio Lotito particolarmente loquace quello che lascia la riunione dei gruppi parlamentari di Forza Italia, che si sono visti a Montecitorio per dare avvio al percorso che porterà il partito al post-Berlusconi.

Lotito prima ci tiene a dare la sua versione su quanto accaduto in commissione al Senato, dove la maggioranza è andata sotto sul ‘Decreto Lavoro’: “Era stata concordata una pausa dei lavori di un quarto d’ora, quando siamo tornati avevano già votato, quindi non c’era nessuna dietrologia”.

Quindi spiega che non si candiderà per la guida del partito. “Berlusconi era un fuoriclasse, irripetibile, in Spagna fanno la differenza tra imprenditore e creatore, lui era un creatore. Purtroppo è morto, ora noi abbiamo bisogna di armonia e in questo momento Tajani è la persona più rappresentativa che rappresenta tutti”.

Lotito, coordinatore del partito in Molise, prossimo alle elezioni regionali, lancia la sua previsione: “Sono convinto che raggiungeremo la doppia cifra. Spero accada in memoria di Berlusconi”. Il senatore azzurro ricorda anche come divenne presidente della Lazio. “Berlusconi mi chiamò e mi disse che ero l’unico a poter risolvere il problema. Credo di averlo fatto”.

Per Lotito Forza Italia deve tornare essere “apostoli e discepoli, andare a bussare casa per casa, mettendo a terra gli insegnamenti di Berlusconi, fatti e non parole. Forza Italia – si congeda Lotito – non spira, non muore”.

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