di Michele Sanfilippo

Caro sindaco ti scrivo, così magari così mi distraggo un po’. E siccome sei molto lontano, magari non mi dilungherò.

Sono cresciuto a Mirafiori Sud, periferia di Torino, dove non abito più ma vado ancora spesso, perché lì vivono i miei due anzianissimi genitori. Se ti dovesse capitare di andarci (ma lo ritengo improbabile perché da anni non ci sono nastri da tagliare davanti ad una macchina da ripresa), fa’ attenzione a non andarci di sera e soprattutto in motocicletta, perché la scarsa illuminazione rende meno visibile le innumerevoli buche (soprattutto in via Plava) che non hanno nulla da invidiare ai crateri lunari.

Ma lunare è anche lo stato dei punti commerciali e dei servizi: il mercato coperto chiuso da molti anni seguito a ruota dalla pescheria e dalla macelleria. Gli autobus sono più rari degli Ufo, tanto che sono in molti che hanno smesso di credere che esistano. In compenso, con la giunta precedente, ci si era illusi che i lavori di riqualificazione delle macerie che la Fiat ha lasciato facessero posto ad un’area verde: molti alberi erano stati piantati e una pista ciclabile era comparsa a costeggiarli. Ma visto che dobbiamo porre fine al consumo di suolo, al posto degli alberi che ormai erano ben cresciuti, in soli tre mesi è comparsa dal nulla un’enorme struttura di cemento armato che, non ho dubbi, darà un contributo definitivo alla tutela dell’ambiente. Sottolineo, inoltre, che sulla stessa via dov’è sorto il tanto desiderato casermone di cemento c’è un cantiere semiabbandonato che da oltre due anni impedisce l’accesso più breve ai centri commerciali. Ma meglio così, vista l’abbondanza di alternative presenti in quartiere.

Caro sindaco, ti segnalo che in queste condizioni il quartiere ormai si sta spopolando e una buona parte delle poche famiglie che ancora vi vivono fa una gran fatica ad arrivare a fine mese, come testimoniano i sempre crescenti casi di insolvenza per bollette (soprattutto del riscaldamento).

È evidente che tu, che ti professi di sinistra, pensi che il compito della sinistra sia continuare a praticare le solite ricette neoliberiste, secondo cui la crescita della capacità produttiva determinerà una crescita della ricchezza generale. Ma è altrettanto evidente che non hai speso molto tempo ad osservare con attenzione cosa è successo in Italia negli ultimi trent’anni, durante i quali la progressiva riduzione del welfare e la quasi inesistente redistribuzione della ricchezza hanno fatto aumentare enormemente la forbice tra le classi medio basse e quelle più abbienti.

Inoltre in tempi come questi, dove l’ambiente ci sta urlando a gran voce che non ce la fa più, dovresti aver ben chiaro che queste ricette economiche che predicano la crescita infinita sono arrivate al capolinea (almeno loro un mezzo di locomozione ce l’hanno).

Compito della sinistra non è solo, come amava dire il tuo mentore Renzi, aumentare i posti di lavoro ma, lasciami dire, tutelare i più deboli.

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