Quasi un maturando su quattro pensa di poter tenere con sé lo smartphone durante le prove degli esami di Stato e circa uno su cinque è convinto di poter indossare lo smartphone. Anche per questo torna la campagna di sensibilizzazione della Polizia di Stato “Maturità al sicuro”, in collaborazione con Skuola.net: una guida pratica per contrastare le fake news sulla maturità e informare correttamente gli studenti.

Quest’anno l’esame finale delle scuole superiori, infatti, riprende il formato standard, “quanto basta”, spiega la polizia “per alzare il livello di attenzione su possibili ‘bufale’ legate alle regole base che governano l’Esame di Stato”. L’obiettivo della campagna è quello di smontare possibili fake news sull’argomento maturità. Un esempio? Secondo il monitoraggio effettuato da Skuola.net, uno studente su quattro pensa di poter tenere con sé lo smartphone durante le prove. Il device, invece, va consegnato alla commissione. Ma non solo, il 5% degli intervistati pensa che si possa persino usare il cellulare, rischiando “al massimo” di essere “richiamato o penalizzato”, senza quindi mettere in conto la possibilità di essere escluso dagli esami. Stesso discorso per lo smartwatch che è bandito tanto quanto il telefono e non potrebbe neanche essere indossato, anche se non connesso a internet.

Ci sono poi diverse credenze che assillano i maturandi che la campagna smentisce. “Un maturano su sei è convinto che la Polizia possa controllare gli smartphone ‘da remoto’ per capire chi eventualmente sta copiano, ma questo non corrisponde al vero – spiega la Polizia – E addirittura il 38% ritiene che, durante le prove, i membri della commissione possano perquisire gli studenti, alla ricerca di oggetti proibiti. Anche in questo caso, si tratta di informazioni non corrette che vanno sfatate, invitando comunque alla prudenza, visto che la commissione d’esame ha il diritto di escludere i candidati colti in ‘flagranza di copiato'”.

Per non parlare, poi, delle dicerie sulla prima prova: lo scritto di italiano. “Ancora troppi gli studenti pensano di trovare in anticipo i contenuti della prova, soprattutto online. Ad avere ben presente che sul web si possono trovare solo indiscrezioni è “solo” l’80% dei maturandi”, dice ancora la Polizia. Non stupisce, quindi, “che circa 1 maturando su sette sia tentato, alla vigilia della Maturità, di presidiare fino a tarda notte piattaforme social e siti specializzati sperando nell’imbeccata vincente”.

Per la campagna è stato realizzato un video (qui l’integrale) in collaborazione con lo youtuber Nikolais: un vlog che mostra al lavoro le donne e gli uomini della Polizia Postale e delle Comunicazioni, dando loro l’occasione di raccontare quello che quotidianamente fanno per garantire che appuntamenti come la Maturità possano svolgersi nel pieno rispetto delle regole.

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