“Le polemiche per la battuta di Beppe Grillo? Francamente le ho trovate molto strumentali, perché quelle parole sono state completamente decontestualizzate e nulla avevano a che vedere con la violenza evocata dai critici. Chiunque fosse stato in piazza, e io c’ero, o avesse guardato il video integrale del suo intervento avrebbe capito chiaramente che Grillo si riferiva alle attività di volontariato civico. Chi ha scatenato le polemiche ha voluto solo strumentalizzare e ha colto l’occasione per portare avanti un disegno che preesiste“. Così, ai microfoni di Radio Radicale, Stefano Fassina, ex deputato di LeU e promotore del Polo Progressista, commenta la ridda di polemiche scatenatesi per la manifestazione dei 5 Stelle contro la precarietà, per le parole di Beppe Grillo e per la presenza della segretaria del Pd Elly Schlein.

Fassina descrive la piazza di sabato scorso a Roma: “È stata una manifestazione molto partecipata, soprattutto da persone che solitamente non scendono in piazza. E questo è un valore aggiunto. Sul piano politico è stata importante la partecipazione di Elly Schlein e di altre figure di primo piano della sinistra, perché sul welfare e sul lavoro mi pare che ci siano grandissime convergenze nell’area progressista, che comprende Sinistra Italiana, Verdi, M5s e Pd. Quindi, supererei queste strumentalizzazioni seguite alla manifestazione, guardando avanti e soprattutto alle convergenze che ci sono a sinistra. Non solo sul lavoro e sul welfare, ma anche sulla politica internazionale – spiega – Noi come Polo Progressista abbiamo fatto un’assemblea nazionale a cui ha partecipato anche Giuseppe Conte. Uno dei punti che abbiamo posto riguarda il nostro posizionamento rispetto alla vicenda ucraina. C’è una chiara divisione sull’invio delle armi a Kiev. Dopo l’ultimo voto al Parlamento europeo, con l’astensione del M5s e della maggioranza della delegazione del Pd sulla risoluzione per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, si potrebbe definire una posizione comune per garantire la sicurezza militare dell’Ucraina senza ingresso nella Nato“.

L’economista si sofferma poi sulle rivolte all’interno del Pd a seguito della partecipazione di Elly Schlein alla manifestazione del M5s: “Alessio D’Amato la lasciato l’assemblea nazionale del Pd? Preferisco non commentare, nel senso che ho trovato la sua reazione assolutamente strumentale che qualifica il personaggio per quello che è“.

Poi un’analisi della situazione attuale nel Pd: “È sulla via del riassestamento. Vorrei chiedere a quella parte del Pd che ha criticato la presenza di Elly Schlein alla manifestazione come pensano di competere con la destra e se ancora pensano di arrivare al 40% da soli oppure prendono atto che è necessario costruire una interlocuzione credibile. Vedo davvero tanta impoliticità nelle reazioni interne al Pd. Se continuano così, il Pd verrà asfaltato come è successo con Letta alle scorse elezioni politiche. Non è poi vero – conclude – che alle primarie è stata votata da elettori dei 5 Stelle, ma, secondo i dati di istituti seri, tra i non iscritti i voti per la Schlein sono arrivati soprattutto da Sinistra Italiana, dai Verdi e da +Europa. Un consiglio ai miei ex compagni del Pd? Cerchino di guardare le questioni di fondo e prendano atto che la sinistra, e non solo quella italiana, è fuori fase a livello storico. Il Pd deve connettersi con la fase storica nella quale siamo“.

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