C’è una nuova ipotesi degli investigatori che potrebbe spiegare perché Kata, la bambina di 5 anni scomparsa lo scorso 10 giugno a Firenze, non compaia in un alcun filmato di videosorveglianza nei dintorni dell’ex hotel Astor, lo stabile occupato doveva viveva la sua famiglia. La piccola – è il ragionamento in ambienti inquirenti riportato da diversi media, tra cui Il Messaggero – potrebbe essere stata nascosta in una valigia o un borsone al momento del rapimento, la pista su cui i pm si stanno concentrando le indagini. Il ragionamento sarebbe avvalorato dalla testimonianza di una vicina, che ha spiegato: “Almeno una volta alla settimana qui davanti all’occupazione arriva un furgone che carica le valigie e altro da portare oltreconfine, a farlo però sono soprattutto gli occupanti romeni e albanesi”.

Gli inquirenti stanno vagliando le riprese delle telecamere di sorveglianza per recuperare le targhe dei veicoli che hanno transitato nei giorni della scomparsa nel pressi dell’ex hotel Astor. Dalle stesse telecamere è emersa la figura di un uomo vestito di scuro, mentre esce dall’edificio e si ferma per qualche istante sul marciapiede, con il telefono in mano. Alle sue spalle è ripresa Kata mentre si allontana dal gruppo di bambini con i quali giocava, gli ultimi movimenti della bambina di cui si è a conoscenza. Il padre di Kata avrebbe riconosciuto l’uomo del video: “Anche lui abita nel palazzo occupato” avrebbe affermato secondo quanto riporta Il Messaggero. “Potrebbe essere coinvolto o sapere qualcosa. In passato io ho nascosto tante cose, ma questa volta sarò sincero perché Kata è l’unica cosa a cui tengo”.

Intanto venerdì mattina i carabinieri sono usciti dall’edificio scortando due residenti del palazzo e facendole salire in auto per essere ascoltate come persone informate sui fatti. Si tratta di due donne, una di origini romene e l’altra peruviane. Le due, uscite dallo stabile attorno alle 11, sono state riaccompagnate a casa dopo circa due ore. Secondo fonti vicine agli inquirenti, dalla serata del 15 giugno i genitori e il fratellino Kata, così come la famiglia dello zio, sono stati fatti trasferire in una struttura di accoglienza a cura dei servizi sociali. Stessa decisione per la famiglia dello zio della piccola. La scelta dello spostamento dall’ex Astor sarebbe stata presa dagli inquirenti in seguito all‘interrogatorio del padre di Kata, i cui verbali sono stati segretati dalla pm Christine Von Borries.

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